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M di Motivazione: la sua formula magica è forse nascosta nei giochi?

“Motivazione” che parola importante e complessa. Filosofi, pedagoghi, psicologi, genitori, sviluppatori di giochi, insegnanti, consulenti di marketing sono solo alcuni dei professionisti che studiano e ricercano la formula perfetta per questo sacro Graal.

Pertanto, ci dispiace deludervi, ma la formula perfetta non la troverete di certo qui… però possiamo provare a darvi qualche suggerimento.

Ciò che importa, infatti, non è essere a conoscenza della formula della motivazione istantanea. Piuttosto, ciò che conta è sforzarsi di cercare sempre la motivazione negli occhi dei nostri bambini. Non darla mai per scontata, a maggior ragione se si tratta di un’attività importante come quella educativa.

I giochi: validi attivatori di motivazione.

Un potente aiuto in questo senso, noi dell’Accademia degli Stracuriosi l’abbiamo trovato nei giochi. I giochi sono dei validi attivatori di motivazione e nascondono all’interno della loro struttura tanti input interessanti che potremmo “rubare” e utilizzare anche in contesti non giocosi.

1. Il lavoro soddisfacente

Di questo punto vi abbiamo già parlato nell’articolo precedente “L di Lavoro. Trasformiamo le attività educative in lavori soddisfacenti”.
Non può esserci motivazione senza un obiettivo definito e dei passi chiari per raggiungerlo e, infatti, se ci pensate per un attimo, tutti i giochi sono dei lavori soddisfacenti: provate a pensare alle istruzioni o alle regole di un gioco e diteci se non siete d’accordo con noi.

Il lavoro soddisfacente però è condizione necessaria ma non sempre sufficiente per ottenere un buon livello di motivazione. Passiamo quindi a un secondo suggerimento…

2. Rendere più difficile un compito semplice

Vi sembrerà strano ma spesso le attività o i compiti che proponiamo ai bambini sono troppo semplici! Per questo si annoiano a morte e non trovano in essi una motivazione abbastanza forte.

C’è una bellissima definizione del gioco del filosofo Bernard Suits che dice:

Giocare un gioco è il tentativo volontario di superare ostacoli non necessari.

Forse non ci avete mai fatto caso, ma i giochi non fanno altro che aggiungere ostacoli a compiti essenzialmente semplici.

Per esempio, proviamo a togliere al gioco dell’oca tutti i suoi ostacoli: la casualità del dado, il sistema di turnazione o le indicazioni che trovate su ogni casella: “fermo un turno”, “torna alla partenza”, “tira ancora” ecc. Cosa resta?

L’obiettivo e il percorso per raggiungerlo sarebbero ancora ben definiti: il gioco consisterebbe nello spostare la pedina lungo tutto il percorso disegnato, dal punto “Inizio” al punto “Fine”. Ma che senso ha farlo senza gli ostacoli che solitamente il gioco ci offre?

Quando un bambino si annoia nel portare a termine un compito provate dunque ad aggiungere volontariamente un ostacolo. Sceglietelo insieme: avete un tempo massimo? dovete saltellare su un piede solo per tutto il tempo? dovete scrivere la soluzione di un problema al contrario?
Se vi mancano le idee non preoccupatevi: chiedete aiuto direttamente ai bambini. Sono risorse creative davvero preziose!

3. Attenzione all’utilizzo di motivazioni estrinseche

Esistono due tipi di motivazioni: le motivazioni estrinseche e quelle intrinseche.

Si parla di motivazione estrinseca quando siamo spinti a raggiungere un determinato risultato per ottenere una ricompensa “esterna”: un voto, un giudizio, un premio, del denaro, uno status, ecc.
Si parla invece di motivazione intrinseca quando svolgiamo un’attività per il puro piacere di farlo e questo è già per noi una ricompensa.

I giochi più belli, quelli fatti bene, ai quali giochereste per ore e ore, spesso utilizzano entrambe le motivazioni, ma in particolar modo quelle intrinseche. Non dimenticate mai dunque di sollecitare nel vostro bambino le motivazioni intrinseche. Per farlo provate a riformulare le attività da proporre di modo che:

  1. possa riconoscere le abilità che sta mettendo in campo e provare piacere nel verificare il loro sviluppo;
  2. possa condividere con altri lo svolgimento o il risultato del compito;
  3. possa sentire di avere sempre dei margini di autonomia: il gioco è sempre volontario e ammette sempre l’errore e questo è un suo enorme punto di forza.

Forse senza rendervene conto avete imparato i primi passi per trasformare un compito o un’attività educativa prima in un lavoro soddisfacente e poi in un’attività ludico-educativa.

Provate a mettere in atto i nostri tre suggerimenti e condividete con tutta la community le vostre idee e le vostre esperienze. Insieme possiamo generare grandi idee 😉

 


Questo articolo fa parte della rubrica: “Il metodo Stracuriosi dalla A alla Z”. Settimana dopo settimana, lettera dopo lettera, condivideremo con voi quali sono i principi, i valori, le parole chiave alla base del nostro metodo. Scopri tutte le altre lettere.

Photo by cottonbro from Pexels

Cristina Palermo

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