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Giovani che giocano al gioco da tavolo sciarade con carte collezionabili

I giochi ci insegnano: il rispetto delle regole

Le regole che ci mettono in difficoltà…

Quanto spesso come educatori e/o genitori ci siamo trovati di fronte a un discorso, un articolo, un libro che parla dell’importanza del dare delle regole e del farle rispettare? E quante volte, ahi noi, abbiamo dovuto affrontare situazioni in cui far rispettare tali regole sembrava una sfida impossibile?

Insomma, la parola “regole” ci è spesso apparsa come una parola un po’ difficile, spiacevole, problematica, se non addirittura penosa da affrontare.

e le regole che ci entusiasmano

Ma per chi, come me, si occupa di tecniche di gamification e game based learning e inoltre è un appassionato di giochi da tavolo, la parola “regole” fa venire in mente anche qualcos’altro, ovvero le “regole di un gioco”. Ed ecco che in un attimo questa parola si riempie di connotazioni positive, diventa quasi luminosa, eccitante, perché ci prospetta l’inizio di un’attività piacevole e divertente.

Le regole sono infatti un elemento essenziale dei giochi: ogni gioco ha un sistema di regole. Se ci pensate, sono proprio le regole a definire un gioco. Per descrivere o raccontare un gioco, infatti, cosa fate? Spiegate le sue regole.

In questo articolo, quindi, ho pensato di mettere a confronto le regole intese come “riferimenti educativi” e le regole di un gioco, chiedendomi se e come tale confronto potesse aiutarci nel nostro lavoro di educatori.

Caratteristiche delle regole di un gioco

Rianalizzando la letteratura sul significato e le caratteristiche delle regole nel game design, sono ritornata su un bellissimo libro di Katie Salen e Eric Zimmerman, Rules of play, all’interno del quale l’autore individua sei qualità che caratterizzano le regole di un gioco.

Rileggendole ho provato a chiedermi se e come fosse possibile dotare di tali caratteristiche anche le “nostre regole educative”. Queste le mie riflessioni.

1. Le regole limitano le azioni del giocatore

Il primo elemento che caratterizza il sistema di regole di un gioco è ovviamente questo: le regole stabiliscono quali azioni un giocatore può o non può compiere, ponendo dunque dei limiti alla sua libertà di agire. Ma è proprio ponendo questi limiti che il gioco si definisce e quindi può esistere. È proprio attraverso la creazione di limiti che si crea lo spazio di gioco, all’interno del quale il giocatore sente di poter compiere delle scelte autonome.

Quello che possiamo apprendere da questa prima caratteristica è, dunque, non vedere e presentare mai le regole come il cancello di una prigione che limita la libertà dei bambini, bensì come una linea di contorno che disegna uno spazio di possibilità, uno spazio all’interno del quale i bambini possono compiere delle scelte a agire di conseguenza.

Dire semplicemente “Non si corre in classe!” forse non basta. Cosa potrebbe accadere se, invece, dicessimo “In classe non si può correre perché rischiamo di farci male, ma in quali altri modi, anche insoliti, possiamo muoverci senza alcun rischio di sbattere contro i banchi o gli altri compagni?“. Ne verranno fuori delle soluzioni divertenti, come camminare a passi piccolissimi fingendo di essere una formica o muoversi lentamente come il bradipo di Zootropolis. Soluzioni che potrete richiamare alla memoria dei bambini quando stanno infrangendo la regola. A quel punto quindi diremo: “Alice, non puoi correre in classe, se vuoi, però, puoi muoverti come un bradipo.” La reazione sarà bellissima. Provare per credere.

2. Le regole sono condivise da tutti i giocatori

Avete mai visto dei giocatori giocare a uno stesso gioco utilizzando regole diverse? Impossibile. Prima di cominciare un gioco le regole vengono “spiegate” e tutti i giocatori decidono volontariamente di aderire a tale sistema.

Lo stesso dovrebbe valere per le regole di una classe o le regole poste all’interno di un contesto familiare. Questo non significa che ogni regola va discussa e definita insieme. Raramente sono i giocatori a definire le regole di un gioco. Questa seconda caratteristica ci ricorda però l’importanza di definire in maniera esplicita le regole e di farlo alla presenza di tutto il gruppo (sia che parliamo di un gruppo classe che di una famiglia).

Anche qualora vi siano delle regole che valgano solo per alcuni (per esempio per i bambini e non per i genitori), è necessario che tali regole siano espresse “in plenaria”. Questo sia perché è utile che tutti siano a conoscenza di tutto il sistema di regole (pensate a due genitori che involontariamente stanno dando delle regole diverse al proprio figlio) sia perché, ricordiamolo, si decide di aderire volontariamente a un sistema di regole perché si vuole far parte di un determinato contesto sociale. La presenza di tutto il gruppo serve dunque a validare le regole stesse.

3. Le regole sono complete e prive di ambiguità

Questa caratteristica può sembrare una banalità, ma non lo è. Può capitare di dare delle regole poco chiare. A volte capita anche con le regole di un gioco: mentre giochiamo ci accorgiamo che le regole, così come sono state scritte o trasmesse, non contemplano una particolare situazione. Che si fa? Si definisce insieme una nuova regola che indichi cosa fare in quella determinata situazione. Se non lo si facesse, non sarebbe in alcun modo possibile procedere nel gioco.

Se, dunque, ci rendiamo conto che una particolare regola non sta funzionando, interroghiamoci sulla sua chiarezza e sulla sua completezza, parlandone anche con i bambini, e decidendo insieme come riformulare la regola in una maniera più comprensibile.

4. Le regole sono vincolanti

Anche questa caratteristica può sembrare un po’ banale all’inizio, ma dobbiamo ricordarci che una delle caratteristiche principali delle regole di un gioco è che esse sono vincolanti, obbligatorie, e non perché sono imposte da un’autorità, ma perché sono esse stesse l’autorità.

Non dobbiamo aspettarci che i bambini seguano le regole perché sono state imposte da un’autorità (per esempio il genitore o l’educatore) e, dunque, quando un bambino non rispetta una regola, non dobbiamo rispondere come se ci avesse disobbedito, mancando di rispetto a noi che in quel momento rappresentiamo l’autorità.

Sforziamoci di creare una cultura di gruppo che vede il rispetto delle regole come fondamento del gruppo stesso. Nel gioco chi non segue le regole è un imbroglione, che, mancando di rispetto all’intero contesto, si sta volontariamente tirando fuori dal gioco.

5. Le regole sono fisse

Non vi è alcun dubbio. Le regole di un gioco sono fisse. Avete mai visto un giocatore interrompere una partita e dire: “da questo momento in poi… ecc.”?

Ma nella vita “reale”, come dobbiamo comportarci quando riteniamo che in una determinata situazione sia necessario essere un po’ più flessibili?

In realtà, quando si afferma che le regole di un gioco sono fisse, non significa che esse siano immutabili. È possibile modificare le regole, anche di un gioco, rispettando però delle regole ancor più fondamentali, originarie. Quali sarebbero? Tutte quelle che definiscono le caratteristiche di una regola e dunque tutte quelle indicate sinora: la modifica della regola deve avvenire in maniera chiara ed esplicita, deve essere condivisa da tutti i giocatori e da quel momento in poi deve essere vincolante.

6. Le regole sono ripetibili

Le regole sono ripetibili di partita in partita e sono trasferibili tra gruppi di giocatori diversi.

All’interno del nostro discorso, quest’ultima caratteristica delle regole di un gioco può aiutarci a ricordare che fare con i bambini un buon lavoro sul rispetto delle regole all’interno di un determinato contesto (es. gruppo classe o famiglia), ovvero aiutare i bambini a vedere le regole come parte di un contesto sociale e culturale al quale decidiamo di aderire volontariamente e spinti dunque da motivazioni intrinseche e non estrinseche (es. premi e punizioni), significa porre delle solide basi affinché quei bambini possano imparare a rispettare le regole anche in contesti differenti e più ampi.

Per concludere…

Ora tocca a voi. Cosa ne pensate? Avete difficoltà nel dare delle regole e nel farle rispettare? Ci sono strategie di questo articolo che vi hanno aiutati? Oppure altri consigli che volete condividere con la nostra community di stracuriosi? Raccontatecelo commentando questo articolo, scrivendoci a redazione@accademiadeglistracuriosi.it oppure contattandoci sui nostri profili social.

Immagine di DC Studio su Freepik.

Cristina Palermo

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