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Come leggere ai bambini da 0 a 6 anni: 5 errori da non fare

Molto spesso mi capita che alcuni adulti mi riferiscono che i loro bambini dei libri non vogliono proprio saperne!

Quando dico ‘libri’, non intendo la lettura che il bambino fa autonomamente, ma quella lettura condivisa, ovvero quella in cui un adulto legge ad alta voce una storia per il proprio bambino. 
In questo caso, in prima battuta, la mia risposta è sempre la stessa. Un’unica parola scolpita col fuoco nella roccia più dura: “IMPOSSIBILE!”.
Perché il piacere di ascoltare le storie è scritto nel nostro DNA e poco importa quanti anni l’ascoltatore abbia. È un qualcosa di atavico. Nessuno può resistere al potere di fascinazione di una bella storia, possibilmente anche ben raccontata.

Quindi?

Quindi c’è semplicemente un errore di “strategia” e di “contenuto” che va individuato e corretto non nel bambino, ma nell’adulto.
Non si tratta di essere genitori o insegnanti incapaci, ma semplicemente di non essere lettori consapevoli.
La consapevolezza è tutto per agire nel modo giusto. E anche l’esperienza.
In questi casi, quindi, a parte sapere l’età del bambino in questione, poco mi interessano le informazioni che il genitore mi dà sul suo piccolino, tipo “Non sta mai fermo!”, “Preferisce i cartoni animati”, “Non parla ancora bene”. 

Ciò che invece a me interessa è cosa fa (o cosa non fa) l’adulto e – se lo fa – come la fa.
A volte bastano davvero pochi e piccoli accorgimenti per interessare i bambini ai libri.

Quindi…

Leggere ai bambini molto piccoli: 5 errori comuni

Ecco quindi i 5 possibili errori che potremmo inconsapevolmente commettere (e questo a prescindere dall’età del bambino) e che rendono il momento lettura poco “appetibile”.

Errore n.1: L’adulto non prova piacere nel leggere. 

Può sembrare un’assurdità, ma vi assicuro che non è così. Può un adulto a cui non piace leggere (né per sé, né per gli altri) proporre comunque libri al suo bambino? Sì, può perché probabilmente sa che in qualche modo quell’attività sarà utile. Peccato però che la sola leva motivazionale dell’utilità (in totale assenza di quella del ‘piacere’) da sola non basterà a rendere l’approccio alla lettura emotivamente coinvolgente. Leggere deve essere innanzitutto un piacere legato alla sfera emotiva dell’adulto (prima ancora che a quella emotiva del bambino); deve quindi essere un modo per stare insieme, per comunicare, per coccolarsi, prima ancora che per ‘stimolare’ le intelligenze del bambino.

Errore n.2: Momento e/o luogo non sono adatti. 

Ad esempio: proponiamo la lettura mentre il bambino è intento a fare altro; l’ambiente è rumoroso o in quel momento sta offrendo altri tipi di stimoli; il bambino è stanco e irrequieto; l’adulto non è sereno o è distratto; ecc.)

Errore n.3: Non è il libro giusto per la sua età

Questo è uno degli errori più comuni. Un libro, per quanto ben fatto, non vale l’altro. Soprattutto nella fascia 0-6 abbiamo tutta una serie di sotto-categorie suddivisibili nelle fasce di età 0-1; 1-2; 2-3; 3-6. Bisogna quindi non solo conoscere queste tipologie di libri, ma anche e soprattutto conoscere la fase evolutiva del proprio bambino e quindi: da cosa è attratto? Quali bisogni ha? In quale fase del suo sviluppo cognitivo si trova? Quali sono gli ‘enter point’ giusti per attivare il suo interesse intorno all’oggetto libro?

Errore n.4: Non viene letto dall’adulto con la corretta modalità

Qui non parlo soltanto di ‘espressività’. Nei libri per bambini molto piccoli (0-1, ad esempio), nemmeno avremo un testo. Che si fa, dunque? Come si leggono le sole immagini? E i libri-gioco, invece? Quelli, cioè, con finestrelle o da ricomporre? Insomma, quelli da esplorare? Con che tipo di approccio li accompagniamo nel piccolo viaggio di scoperta delle forme, dei suoni, dei colori?

Errore n.5: Il contatto visivo con l’adulto è assente

Mentre stabilire un contatto fisico durante la lettura è quasi naturale (già stare seduti l’uno accanto all’altro è un contatto fisico), il contatto visivo diventa invece qualcosa da cercare consapevolmente. Mentre si legge (e questo vale anche per bambini dopo i 6 anni) la possibilità di vedere il volto dell’adulto lettore (e quindi tutta la gamma delle espressioni facciali legate al racconto) è molto importante. Più il bambino è piccolo, più il volto del lettore (insieme alle immagini) è fondamentale, in quanto i codici comunicativi del corpo sono maggiormente comprensibili rispetto a un linguaggio (quello verbale) che ancora non si comprende o che comunque non si padroneggia ancora bene. Il bambino, quindi, deve poter contemporaneamente vedere (e “leggere”) sia il libro che il viso dell’adulto.

Ma di tutti questi aspetti, soprattutto di come scegliere i libri giusti per la fascia d’età 0-6, mi piacerebbe approfondirli con voi dal vivo in un incontro live.

Continuate quindi a seguirci e a scriverci: presto altri incontri live sul tema lettura!

Alessandra Maltempo

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