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bambina con campanella in mano

Educare alla musica, educare all’ascolto

Il rapporto dei bambini con la musica classica attraverso l’esperienza dell’Orchestra Haydn

Un tema molto caro a noi dell’Accademia degli Stracuriosi è quello dell’educazione alla musica fin dalla più tenera età. Crediamo infatti che le arti (e la musica in particolare) debbano stare al centro dell’educazione dei bambini, per diversi motivi.

Ecco perché lo scorso 10 gennaio abbiamo condotto una diretta Instagram per parlare di questo argomento insieme ad Alice Nardelli, coordinatrice dell’Area Education della Fondazione Haydn, una delle realtà più longeve e prolifiche d’Italia in ambito musicale (puoi rivedere la diretta qui).

L’Orchestra Haydn, costituita nel 1960, è un punto di riferimento regionale, nazionale e internazionale per l’ascolto e l’educazione musicale, che passa attraverso un ricco calendario di eventi (concerti, opera, danza) e anche attraverso un interessantissimo programma rivolto ai più piccoli.

Come ha sottolineato Alice, infatti, un’orchestra stabile non può non avere a cuore il pubblico dei più giovani, attraverso programmi dedicati rivolti alle diverse fasce di età, distinguendo gli eventi per target 0-3, 4-7, 7-10, 11-14, 14 in su. In questo modo la Fondazione cerca di rispondere alle esigenze dei bambini, che sono molto alte.

I bambini sono il pubblico di oggi

A proposito di esigenze e di gusto, abbiamo iniziato la nostra chiacchierata partendo dall’idea che i bambini non sono il pubblico di domani, ma il pubblico di oggi. Probabilmente definizioni come “il nuovo pubblico di domani” sono sorpassate, perché l’esperienza ci dice che fin dai primi mesi di vita i bambini sono già ascoltatori competenti, naturalmente portati ad interagire con essa, se adeguatamente supportati.

Alice ci racconta come una delle esperienze più belle e sorprendenti dell’Orchestra degli ultimi anni sia stata proprio il programma Family dedicato ai bimbi 0-3 anni.

Durante questi eventi, un piccolo ensemble di musicisti – con la mediazione di una pedagogista musicale – incontra i bambini e i loro genitori, proponendo attività che accompagnano l’esecuzione dei brani e creano, così, un’interazione tra i bambini e la musica.

La musica è nel nostro DNA

È con grande stupore e meraviglia che i genitori hanno potuto osservare i propri bimbi di pochi mesi mostrare interesse per un repertorio cosiddetto “colto” e difficile, come addirittura il Quartetto Americano di Dvorak! Quei cinquanta minuti in cui i bambini, senza fiatare, erano totalmente immersi nella bolla sonora della musica – ci racconta Alice – erano la prova che la musica (come ormai ci dicono le neuroscienze) fa parte del nostro patrimonio genetico.

Un feto sente i battiti del cuore della mamma, il suono del liquido amniotico che si muove. La musica è insomma il primo contatto che abbiamo con il mondo esterno, per cui più l’età del pubblico è bassa più il rapporto con la musica è simbiotico e naturale. Ecco perché è importante dare questo tipo di stimoli fin dalla prima età, senza pensare che la musica classica sia lontana dalla sensibilità dei bambini.

Strumenti didattici per gli insegnanti

Questo impegno della Fondazione nell’avvicinare i più piccoli al linguaggio della musica classica, si è tradotto, a partire dalla pandemia, anche nella creazione di un’area didattica virtuale dedicata agli insegnanti: la Teachers’ Area. “Durante il lockdown – ci dice Alice – sono stati proprio gli artisti e la scuola ad aver subito le più importanti chiusure e limitazioni. Proprio per questo motivo si è creata naturalmente una solidarietà reciproca”.

E così, attraverso 80 incontri online, i professori d’orchestra hanno virtualmente incontrato i bambini. Questo ha permesso non soltanto di creare un legame conoscitivo e affettivo con i bambini, ma ha consentito anche ai professionisti della Fondazione di entrare nel vivo delle loro curiosità.

Domande del tipo “Come si suona quello strumento?” o “Di che materiale è fatto?” da un lato e il bisogno stesso degli insegnanti (che non sempre hanno una preparazione musicale) di avvicinarsi alla musica classica dall’altro, sono stati il trampolino per la creazione e la condivisione di contenuti didattici che l’orchestra trasmetteva alla scuola digitalmente, ma che poi l’insegnante e i bambini esperivano analogicamente.

Oggi, la Teachers Area, è proprio questo: uno spazio virtuale di condivisione di strumenti didattici per conoscere l’orchestra, gli strumenti e tanto altro ancora.

Il progetto Fortissimo sulla didattica musicale

A proposito di piattaforme sulla didattica musicale, durante la live abbiamo parlato anche di Fortissimo, un progetto Creative Europe sulla didattica musicale, che ambisce ad avvicinare le nuove generazioni alla musica classica attraverso un apprendimento intuitivo e innovativo, a cui stanno lavorando oltre 20 organizzazioni europee, tra le quali la Fondazione Haydn e la compagnia L’Albero.

Oltre a strumenti di didattica digitale, Fortissimo sta progettando numerosi booklet ovvero dei manuali didattici strutturati in più lezioni, ognuno su un brano di musica classica specifico, attraverso attività che permettono ai bambini di interagire con il materiale musicale proposto sempre in maniera diversa.

I 3 consigli di Alice Nardelli

Come sempre, abbiamo concluso la diretta chiedendo tre consigli alla nostra ospite.

Un libro

Il primo consiglio è un libro: “Giocare con la musica” di Leonard Bernstein. Alice lo definisce una sorta di libro delle risposte, perché ogni pagina offre mille spunti per lavorare con la musica a diversi livelli, parlando anche di altre cose, come il cinema o la geografia. La lettura, molto fruibile, permette, inoltre, di conoscere la grandezza di un personaggio come Bernstein, che ha saputo dire tanto non solo dirigendo.

Un film

Il secondo consiglio è il film “Il concerto” diretto da Radu Mihăileanu. È una storia che ci fa toccare con mano come la musica sia in grado di andare oltre ogni differenza e barriera, riuscendo a incantare per 12 minuti davanti a un intero movimento per violino e orchestra.

Una nuova prospettiva

Il terzo consiglio è quello di cominciare a pensare all’educazione musicale non solo come a un’esperienza estetica, ma a un linguaggio per formare il cittadino di domani.

Il motto dell’Orchestra Haydn è infatti “Saper ascoltare per saper dialogare”, che sintetizza efficacemente il testamento del grande direttore Claudio Abbado, quando in un’intervista disse che bisogna insegnare musica non perché tutti dobbiamo diventare musicisti, ma perché tutti possiamo imparare ad ascoltare e ad essere ascoltati.

“Ecco – conclude Alice – io penso che, mai come in questo momento, in cui tutti ci parliamo addosso, ci sia un grande bisogno di imparare ad ascoltare”.

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Foto: Action Collective

Alessandra Maltempo

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