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Come sopravvivere al digitale: la formazione per genitori ed educatori

Il 23 ottobre e il 10 novembre scorsi si sono tenuti i primi due incontri pilota della formazione all’interno del progetto europeo Erasmus+ denominato Surviving Digital, di cui Pot in Pot / Accademia degli Stracuriosi ha curato parte della metodologia messa a punto da diverse organizzazioni europee per contrastare la dipendenza dal digitale.

Abbiamo già parlato di questo tema e del suddetto progetto in un precedente articolo (leggilo qui).

Ora vorremmo condividere i risultati di questo primo ciclo di incontri, che ha visto insieme insegnanti, genitori e professionisti per confrontarsi sul tema “Come prevenire la dipendenza dagli schermi”.

La project manager Annamaria Guarino di materahub e la nostra Alessandra Maltempo hanno guidato il gruppo nella condivisione di preoccupazioni e difficoltà quotidiane da un lato, ma anche di possibili soluzioni dall’altro.

Confrontare percezione e realtà sull’uso dei dispositivi digitali

Sostegno”, “consapevolezza” e “funzione educativa” (e non più “giudizio”, “senso di colpa” e “perfezione”) sono state le parole chiave che hanno guidato la prima parte del percorso di accompagnamento dei genitori coinvolti.

Inizialmente la formazione è stata dedicata a indagare il rapporto che con il digitale hanno i genitori stessi, prima ancora che bambini e ragazzi. Focalizzarsi su questo aspetto, osservarlo e analizzarlo è molto importante, non solo per capire che tipo di esempio siamo per i nostri figli, ma anche per individuare le cause di un uso indiscriminato degli schermi e gli effetti che ha sulla nostra vita privata e familiare.

Sono state tantissime le riflessioni su questo primo aspetto, ma ciò che ha particolarmente colpito i partecipanti è come la quantità di tempo che effettivamente trascorriamo ogni giorno davanti agli schermi sia almeno il doppio di quella percepita. Inoltre, si è osservato – semplicemente controllando i dati che il nostro cellulare registra attraverso l’app “Benessere digitale e controllo genitori” – che la maggior parte del tempo dedicato agli schermi non solo è evitabile, ma è anche un tempo sottratto alle connessioni nel mondo reale.

Confrontare percezione e realtà è un primo passo concreto per prendere consapevolezza di quanto ciò che crediamo di governare in realtà ci governi quasi totalmente.

Osservare l’utilizzo che il nostro bambino fa del digitale

Il secondo step è stato quello dell’indagine sul rapporto del proprio figlio col digitale, condotta:

  1. provando a fare una stima di quanto tempo il nostro bambino trascorre davanti agli schermi;
  2. individuando i diversi momenti della giornata in cui utilizza il digitale e per quanto tempo;
  3. descrivendo il suo stato fisico e mentale nel momento in cui fruisce di contenuti digitali (e dopo).

Rispondere a queste prime domande, favorisce l’acquisizione di un livello di consapevolezza minimo e necessario per intervenire.

Come impedire che il digitale prenda il sopravvento

Molto spesso, infatti, i genitori chiedono come soluzioni ricette preconfezionate che, in quanto tali, possano risultare immediate ed efficaci per tutti indistintamente. In realtà sono l’atteggiamento dei genitori, la gestione del tempo, l’organizzazione e le abitudini familiari che vanno compresi per capire perché a un certo punto il digitale prende il sopravvento e gli adulti, conseguentemente, si sentono impotenti.

Essendo poi i partecipanti ai nostri incontri padri e madri di bambini anche molto piccoli, è stato utile riflettere insieme sul quando, il dove e il perché lo schermo viene offerto loro, ovvero con quale funzione.

Dalle osservazioni e dalle riflessioni venute fuori è scaturita l’individuazione di possibili regole e confini grazie ai quali ridurre l’esposizione agli schermi e rendere l’alternativa al digitale possibile, per il bene del bambino e della relazione genitori-figli.

I contenuti pensati per l’infanzia non sono la soluzione

Nel secondo incontro ci siamo concentrati maggiormente sui tempi e sui contenuti di esposizione, diversificandoli a seconda dell’età del bambino.

È così emerso come la fruizione di cartoni e/o di video musicali metta spesso il genitore in una posizione di tranquillità per il solo fatto che si tratti di contenuti pensati per l’infanzia e, quindi, innocui.

Non solo ciò è falso (poiché non tutto ciò che porta il bollino “per bambini” o “educativo” è privo di rischi), ma la variabile della quantità di tempo incide negativamente sullo sviluppo cognitivo e psico-emotivo al di là della qualità dei contenuti proposti.

Migliorare la vita familiare e la relazione fra genitore e figlio

Organizzazione”, “tempo” e “alternativa” sono state le parole chiave del secondo appuntamento, con l’obiettivo di limitare le interferenze degli schermi nella vita familiare e nella relazione fra genitore e figlio, nonché di individuare tutte quelle azioni che possono rafforzare la relazione con l’adulto e altresì stimolare la creatività e le intelligenze dei bambini.

Abbiamo così gettato le basi per definire le prime “linee-guida” per la gestione di schermi e digitale nelle nostre vite, prima ancora che in quelle dei nostri bambini.

Il gruppo ha così espresso la volontà di continuare il lavoro di ricerca contributiva, per ripensare il nostro ruolo di “educatori attivi” all’insegna della consapevolezza e della responsabilità.

Se anche tu vuoi entrare a far parte della nostra community Surviving Digital e organizzare degli incontri nella tua città, scrivici per avere maggiori informazioni alla mail redazione@accademiadeglistracuriosi.it!

Foto da Freepik.

Alessandra Maltempo

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