Stracuriosi.it
bambini natura educazione ambiente

Come educare i bambini al rispetto della natura

3 consigli e 3 strumenti per un approccio contemporaneo all’educazione ambientale

In occasione della Giornata Nazionale degli Alberi del 21 novembre, lo scorso 17 novembre abbiamo organizzato una live Instagram sul tema dell’educazione ambientale. Lo abbiamo fatto a modo nostro, interrogandoci su quale possa essere il modo più efficace per sensibilizzare i bambini al rispetto della natura.

Ospite della live (che potete rivedere qui) è stata Anna Delli Noci de Il Club dei Cerca-cose, una media company che si occupa di sviluppare contenuti proprio sull’ambiente, in particolare giochi educativi e kit didattici per famiglie e scuole. La sua missione, infatti, è promuovere nella comunità educante una visione contemporanea dell’educazione ambientale, attraverso una filosofia che possiamo sintetizzare nei seguenti punti.

Educare insieme bambini e adulti

È assolutamente necessario coinvolgere attivamente gli adulti nell’educazione ambientale, esattamente come i bambini, poiché – ci dice la nostra ospite – I bambini non vanno lasciati soli a salvare il mondo”.

La visione contemporanea di cui sopra ci deve portare a sfatare il mito secondo il quale I bambini salveranno il mondo”. Questo slogan di certa editoria dell’infanzia non aiuta ad affrontare concretamente il problema, perché dà ai bambini un potere “astratto” che di fatto non hanno, non in certi termini. Dall’altro lato, questo approccio deresponsabilizza il principale attore del cambiamento: la politica ovvero gli adulti.

Questo non vuol dire che non bisogna lavorare con le future generazioni, ma che non si deve farlo indipendentemente dagli adulti.

Educare all’aperto secondo il concetto di prossimità

Altro aspetto importante è che l’educazione ambientale nelle scuole e in famiglia non può non intersecarsi con l’educazione all’aperto.

Gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile non si possono studiare sulla carta. Educare all’aperto vuol dire educare alla realtà”, ci dice Anna. E la realtà è l’ambiente esterno in cui possiamo verificare, attraverso l’osservazione e l’esperienza, tutti i concetti (pensiamo alla biodiversità) che sulla carta, appunto, restano astratti e intangibili. Se, dunque, contestualizzo nel mio ambiente, sicuramente apprendo meglio.

La filosofia dell’outdoor

Fare educazione all’aperto non significa per forza immergersi in un posto selvaggio e lontano da casa, ma anche fare esperienza in un ambiente “prossimo”, come tutto ciò che è immediatamente vicino alla nostra casa.

Le ultime ricerche della letteratura scientifica ci dicono che certi slogan ambientalistici dell’ultimo ventennio (Salviamo i panda! Salviamo l’orso polare!”) hanno sì sensibilizzato al tema, ma in realtà non ci hanno reso soggetti attivi, creando così – paradossalmente e di fatto – un distacco rispetto a quello che il singolo può concretamente fare uscendo dalla porta della propria casa.

Il principio della prossimità

Esiste la cosiddetta pedagogia del selvatico (che è una chiave), ma poi c’è il più “fattibile” outdoor nel contesto urbano e nell’ambiente prossimo. È solo questa la chiave che dà effettivo potere alle famiglie (adulti e bambini) di fare qualcosa per l’ambiente. Alla domanda, quindi, Da cosa posso partire io nel mio piccolo?” la risposta sarà: Dal filo d’erba sul marciapiede davanti la tua casa.” Soltanto questo può creare un impatto sull’ambiente nel quale viviamo ogni giorno.

Il principio della prossimità, inoltre, è un principio democratico, poiché permette un coinvolgimento attivo di tutta la popolazione senza distinzioni di età (da 0 a 99), di genere o culturali.

Educare alla relazione con la natura

Prima ancora di parlare di regole e buone pratiche, bisogna costruire una relazione “affettiva” con l’ambiente. Bisogna, cioè, costruire (o ri-costruire) quel legame ancestrale tra uomo e natura.

Educazione ambientale nella scuola

Nei bambini troviamo terreno fertile per questo tipo di lavoro. Soprattutto la fascia 0-6 è particolarmente ricettiva, in quanto i bimbi di quella fascia d’età hanno i sensi più aperti nei confronti della natura, anche per il loro “sentire” animista; per loro tutto è animato: foglie, alberi, sassi hanno un’anima! Nidi e scuola per l’infanzia, quindi, hanno la responsabilità di gettare il primo seme, per poi continuare nella scuola primaria e secondaria.

Mentre per i più piccoli, dunque, le attività saranno più di tipo sensoriale, per i più grandi saranno di tipo maggiormente esperienziale. Lì dove non è possibile portare gli alunni nella natura, possiamo portare la natura agli alunni, attraverso kit didattici che permettono l’osservazione e piccoli esperimenti.

Il ruolo dei genitori nell’educazione ambientale

Dal canto proprio, i genitori potrebbero fare già tantissimo, dedicando, ad esempio, ogni giorno un po’ di tempo per una passeggiata all’aperto (anche urbana), magari decidendo di parcheggiare la macchina un po’ più lontano. Basterà aprire un dialogo partendo dall’osservazione di ciò che ci circonda.

Non è necessario essere degli esperti botanici per stimolare la conversazione. Sarà sufficiente creare le condizioni perché i bambini, osservando, siano naturalmente portati a fare domande, alle quali cercare poi risposte insieme, dedicando magari un approfondimento in un secondo momento con altri strumenti. La ricerca, infatti, potrà essere guidata oppure, per i più grandi, fatta in autonomia.

3 strumenti pratici per stimolare l’amore per la natura

Ecco qui una serie di strumenti pratici per stimolare la curiosità e (prima ancora che favorire la conoscenza) imparare ad amare la natura perché “non si può proteggere ciò che non si ama”.

Julia e la sequoia
di Mimmo Tringale, illustrazioni di Luna Colombini
Terra Nuova Edizioni, 2016

Una favola ecologica ispirata alla storia vera di Julia Butterfly Hill, che nel 1997, a soli 23 anni, riuscì a impedire il taglio di una grande foresta di sequoie nel Nord della California, rimanendo per 738 giorni abbarbicata a 55 metri d’altezza tra i rami di una sequoia. Un albo illustrato che spiega con tenerezza e leggiadria il messaggio di speranza e amore rivolto a tutti i bambini e a tutte le bambine, futuri custodi del pianeta.

iNaturalist
disponibile su Google Play e App Store

L’app iNaturalist sfrutta la tecnologia di riconoscimento delle immagini per identificare animali, piante e funghi dalle foto scattate con lo smartphone. Il suo database, arricchito dal contributo di scienziati e naturalisti, consente agli utenti di registrare, archiviare e condividere le proprie osservazioni sulla biodiversità, promuovendo la condivisione dei dati con altri appassionati.

Il Taccuino delle Scoperte dei Cerca-cose
scaricabile dal sito www.ilclubdeicercacose.com

Un erbario in formato digitale da scaricare gratuitamente, per imparare a riconoscere, raccogliere e catalogare le specie comuni di piante e non solo. La costruzione del taccuino consente ai bambini di focalizzare la loro attenzione sulla biodiversità e sulla natura circostante, incoraggiando la curiosità e il desiderio di conoscenza e contribuendo allo sviluppo di una coscienza ecologica.

Foto di pikisuperstar da Freepik.

Alessandra Maltempo

Add comment

Iscriviti alla newsletter

Accademia degli Stracuriosi