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La visita a un museo è un'attività che ci aiuta a educare i bambini alla bellezza, ma non è l'unica. Photo credits: bearfotos - www.freepik.com

Educare i bambini alla bellezza

Una riflessione aperta su come e perché educare i bambini alla bellezza.

L’arte al centro della grande lezione di Howard Gardner.

Nel bellissimo libro di Gardner dal titolo “Sapere per comprendere. Discipline di studio e discipline della mente” Gardner inizia con una frase semplice, ma dalla portata enorme: “L’educazione non è un processo esclusivamente scolastico”. E più avanti scrive che “… l’educazione deve ruotare attorno a tre componenti estremamente importanti […] verità, bellezza e morale” che Gardner trasla rispettivamente nelle discipline della scienza, dell’arte e della storia.

Insomma, tre concetti intorno ai quali la filosofia dibatte da millenni. Tre concetti che non sono però esclusivo appannaggio degli accademici, in quanto impregnano il vissuto di tutti, singoli e gruppi, adulti e bambini.

Educazione e quotidianità

Non dovrebbe esserci quindi niente di extra-ordinario nell’affrontare con i nostri figli o alunni questi tre grandi temi. Essi sono temi presenti costantemente nella nostra quotidianità sia nel loro risvolto positivo (inteso come presenza del bello, del vero e del buono), che negativo (inteso come loro assenza e quindi come presenza del falso, del brutto e del cattivo).

Tecnologia, ambiente, medicina, ma anche moda, immigrazione, omosessualità, sono tutti temi importanti (e scottanti!) che ruotano intorno ai concetti di verità, bellezza e morale.

L’educazione su questi concetti non si può e non si deve quindi tradurre nello ‘studio’ delle relative discipline, ma – a seconda dell’età del bambino – nel fornirgli gli strumenti per riconoscere il vero, il bello e il buono (o il loro contrario).

La sensibilità, il desiderio di scoperta, la curiosità, il bisogno di interpretare la realtà, saranno più che sufficienti per interrogarsi insieme ai bambini (e sottolineo ‘insieme’) intorno a un quadro, a una musica, a un film, a un antico palazzo, a un albero, a un libro, a un insetto, a uno spettacolo teatrale, a un fatto di cronaca o che li riguarda direttamente; e questo per conoscere, capire, indagare: in una sola parola per pensare.

In questo articolo vorrei, per questioni di spazio, concentrarmi solo sul come educare i bambini alla bellezza, mentre approfondirò l’educazione al vero e al bene in un secondo articolo.

Cosa significa, praticamente, educare i bambini alla bellezza ovvero all’arte?

Portare un bambino a visitare un museo o a teatro al fine di educarlo alla bellezza sarebbe ovviamente una cosa bellissima, ma anche ovvia. E poi, non tutti abbiamo la fortuna di vivere in una grande città che offre vari e validi programmi culturali anche per i bambini. In questi casi, teatri e musei rischiano davvero di diventare occasioni troppo rare.
Inoltre, ritengo sempre che lo spettacolo teatrale o la lettura di un libro siano sempre un punto di partenza e di arrivo insieme.

L’educazione non è infatti qualcosa di straordinario che si può “somministrare” quando capita o solo all’interno di programmi scolastici o di contesti e luoghi fisici specifici.

Pertanto, se vogliamo condividere l’affermazione di Gardner ed educare i nostri bambini alla bellezza (così come pure al buono e al vero), dobbiamo farlo con assiduità, costanza e dedizione e non necessariamente in un museo o in un teatro (che pure sono importanti!)

Alcuni esempi per educare i bambini al bello e all’arte

  • Quando fate una passeggiata in città osservate insieme al vostro bambino le case, i palazzi, le piazze, i monumenti; abbiate cura di annotare i dettagli, le forme, i materiali, soprattutto se ormai inusuali; fate notare loro la differenza fra ciò che è antico e ciò che non lo è, e raccontate loro la storia che custodiscono.
  • Quando leggete un libro illustrato, oltre che sulla storia e sui personaggi, concentratevi anche sui disegni, sulle tecniche utilizzate, sui colori, sulle ambientazioni.
  • Quando in auto ascoltate la musica (io e Lorenzo amiamo i generi più disparati: dal rock, al jazz, al pop, allo Zecchino d’oro, all’Opera) discutete sempre su cosa vi piace e su cosa non vi piace. Cosa apprezzate maggiormente di una determinata canzone? La melodia, la voce dell’interprete, il ritmo, gli strumenti, il significato del testo?
  • Quando guardate un film, invitatelo spesso a notare la bellezza fotografica di alcune scene, la bravura degli attori, la magia di alcuni effetti speciali.

Sviluppare nei bambini gusto estetico e spirito critico

Così facendo, vi accorgerete presto che i bambini sono perfettamente in grado di percepire la bellezza (così come il kitsch).

Se abituate vostro figlio ad ascoltare una certa musica o a guardare film di animazione o spettacoli di qualità, vi assicuro che rimarrà fortemente deluso quando gli proporrete prodotti scadenti. Vostro figlio avrà infatti sviluppato uno spirito critico estetico di tutto rispetto!

Quando a volte insegnanti e genitori – nel prendere nota della reazione dei bambini rispetto a un cartone animato o a una canzone – mi dicono “ma a loro piace, si divertono!”, io rispondo loro che i bambini si adattano a quello che gli proponiamo.

Se a una persona facciamo mangiare sempre broccoli e rape, li mangerà senza mai chiedere altro, perché non sa che esiste dell’altro e che magari è anche più gustoso.

Lo stesso vale per il concetto specifico di Bello e Arte. Se un bimbo fin dai primi anni di vita è esposto a libri dozzinali, canzoni che fanno il verso alle hit delle classifiche di musica commerciale, a spettacolini amatoriali, ai videogame; in altre parole, se il bambino non ha possibilità di trovare nell’arte lo specchio in cui vedere riflessa la complessità del mondo e del proprio ‘io’, diventerà molto probabilmente una persona adulta incapace di farsi domande, di esprimere desideri, di interpretare e cambiare la realtà che lo circonda.

Accompagniamo i bambini nella loro ricerca!

I bambini hanno un animo profondo e il loro impulso vitale naturale è quella di indagare quella profondità. Noi adulti dobbiamo accompagnarlo in questa ricerca ovviamente con contenuti e linguaggi adatti al suo livello di comprensione e di maturità psico-emotiva.

Insomma, ai bambini non piacciono solo i tamburi perché piace fare ‘fracasso’, piace anche il suono melodioso di un violino; non vogliono canticchiare solo canzoncine-filastrocche, ma anche Mozart e i Queen; non guardano solo Peppa Pig, ma anche il grande cinema di animazione di Miyazaki; non ascoltano con attenzione solo le storie di “Topo Tip”, ma anche i meravigliosi libri introspettivi di Leo Lionni; non c’è solo il parco divertimenti, c’è anche l’incanto della natura.


Se avete bisogno di altre idee e suggerimenti più specifici scriveteci all’indirizzo email redazione@accademiadeglistracuriosi.it. Il team dell’Accademia degli Stracuriosi è a vostra disposizione per aiutarvi a rendere più divertente anche ciò che solitamente non lo è.

Alessandra Maltempo

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