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Si può educare alla gentilezza e alla verità attraverso l'arte e la storia.

Educare i bambini al vero e al bene

Per educare i bambini alla gentilezza e alla verità proviamo a porre la storia e la scienza al centro dell’educazione. Ecco come…

Nell’articolo precedente “Educare i bambini alla bellezza” abbiamo spalancato le porte della nostra Accademia all’interessantissima prospettiva di Gardner che nell’incipit del suo libro “Sapere per comprendere. Discipline di studio discipline della mente” suggerisce che l’educazione debba attraversare costantemente le sfere delle Bellezza, della Verità e della Morale.  Dopo aver approfondito la sfera della Bellezza, oggi (anche grazie alle vostre premurose richieste) ci soffermeremo sulle altre due sfere, per capire con esempi concreti come indagare insieme ai nostri bambini Verità e Morale.

La sfera della “verità” e la sfera del “bene”

Educare alla verità attraverso la scienza

Come esempio della sfera della Verità, Gardner propone la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin. “Se una persona non ha un’idea precisa delle nozioni fondamentali di specie, derivazione, seleziona naturale, adattamento e simili” – scrive Gardner – “[…] se non si rende conto della perenne lotta tra gli individui (e popolazioni) in una particolare nicchia ecologica, non può capire il mondo vivente di cui fa parte”.

In altre parole, chiunque voglia far parte attivamente e in modo significativo della società in cui vive, in mancanza di determinate conoscenze scientifiche non sarà in grado di interrogarsi, crearsi un’opinione e prendere decisioni in merito, per esempio, a tutte le questioni legate al tema della eugenetica.

Educare al bene attraverso la storia

Per dare un esempio di educazione nella sfera della Morale, Gardner utilizza il grande e drammatico capitolo storico dell’Olocausto. Tutti gli umani, infatti, hanno il dovere di sapere che cosa sono capaci di fare i loro simili e di interrogarsi su cosa abbia spinto così tante persone a pianificare un genocidio. Ma l’Olocausto, sebbene sia una storia di crudeltà umana senza precedenti, ci offre anche fatti di grande bontà e perfino di eroismo.

Insomma, l’indagine storica intesa come attività che ci consente di sapere in che modo gli altri hanno affrontato le pressioni e i dilemmi della vita al fine di equipaggiarsi al meglio per pianificare il proprio futuro e le proprie decisioni.

Educare alla gentilezza e alla verità. Consigli pratici.

Scienza e Storia sono discipline molto ampie e complesse, ma estremamente affascinanti anche per i bambini fin dalla tenera età. Questo perché i bambini sono dei grandi osservatori del mondo che li circonda e ciò li spinge a interrogarsi continuamente sulla natura e le stelle, ma anche sulla storia dell’umanità, sui suoi avvenimenti ed epoche storiche.

Nel concreto, ecco alcuni esempi.

Avvicinarsi alle materie scientifiche attraverso la natura

Mi sono trovata spesso a scrivere qui del rapporto privilegiato che i bambini hanno con la naturadel loro innato interesse verso gli esseri viventi (siano essi microscopici o giganteschi), verso gli alberi, i vulcani, le nuvole, i mari, ma anche verso il mistero della nascita e della morte, il funzionamento del nostro corpo, le invenzioni scientifiche e tecnologiche.
Tutto può essere spiegato a un bambino, magari facendoci aiutare da un buon libro divulgativo. Il periodo in cui mio figlio ha cominciato a far domande sui dinosauri e sulla comparsa dei primi uomini sulla Terra, mi sono immediatamente messa alla ricerca di un buon libro per bambini sulla storia dell’evoluzione.

Uno degli aspetti più belli e interessanti di questo dialogo filosofico sull’esistenza e sulle meraviglie del nostro pianeta, è che il piacere della scoperta coinvolge entrambi, adulto e bambino, poiché onestamente nessuno è onnisciente e quindi diventa necessario cercare insieme le risposte alle domande.

Usiamo la curiosità innata dei bambini per conoscere la storia

Considerando che i nostri bambini sono immersi nella tecnologia fin dalla loro nascita, personalmente riesco a stuzzicare molto facilmente la curiosità di mio figlio su fatti storici partendo dalla quotidianità con domande quali: “Come si comunicava prima dei cellulari? Come si viveva senza energia elettrica? Come si viaggiava quando ancora non erano state inventate macchine e treni? Come si attraversava l’oceano senza aerei?” e, anche più banalmente “Come si cucinava senza forno e fornelli a gas? E come si viveva senza rubinetti e servizi igienici?”.

Vi assicuro che rispondere a domande del genere può portarci molto, ma molto più in là della domanda di partenza.

E ancora, rimanendo nella sfera della Storia, i bambini sono molto attratti da tutto ciò che non esiste più (e che non possono quindi né vedere né toccare) perché offre loro la possibilità di immaginare. Ecco perché credo che non esista al mondo bambino che non resti affascinato dalla storia di Piramidi e Faraoni, dal viaggio di Cristoforo Colombo verso l’America, ma anche della faticosa liberazione delle persone di colore dalla schiavitù, senza considerare le vite di re e regine, generali, inventori e avventurieri. Anche la Mitologia (che non possiamo considerare ‘fatto storico’ in senso stretto) è uno strumento straordinario per parlare di grandi gesta, ma anche di vizi e virtù.

Una precisazione importante

Avrete notato come le parole “domande” e “interrogarsi” tornino spesso in questa newsletter. E infatti quando Gardner afferma che “[…] l’educazione non è un processo esclusivamente scolastico” e che il dibattito sull’educazione spesso è stato erroneamente confinato alla sfera cognitiva (tralasciando il fatto che gli uomini imparano principalmente osservando gli altri), non intende affatto affermare che esistono una verità o una moralità uniche e incontrovertibili, in quanto ogni epoca, ogni cultura, ha le sue “verità” e i suoi “valori”.

Proprio per questo, il compito della comunità educativa da un lato sarà indubbiamente quello di trasferire cosa ritiene vero e giusto, ma dall’altro sarà quello di consegnare una chiave di lettura della realtà che tiene conto della possibilità che suddette verità e valori possano essere suscettibili di continua riconsiderazione e negoziazione. Non è quindi questione di affermare per poi negare, ma di sviluppare un’apertura mentale tale che più che preoccuparsi delle risposte, si interroghi con nuove domande.

Concludendo, chi sollecita allo studio del vero, del bello e del bene non lo fa perché conosce con certezza che cosa sono il vero, il bello e il bene; ma, al contrario, si interroga costantemente su che cosa sia vero, bello e bene.

Se avete bisogno di altre idee e suggerimenti più specifici scriveteci all’indirizzo email redazione@accademiadeglistracuriosi.it. Il team dell’Accademia degli Stracuriosi è a vostra disposizione per aiutarvi a trovare idee creative per rendere più divertente anche ciò che solitamente non lo è.

Alessandra Maltempo

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