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L’inventafiabe. Gioco di narrazione in scatola 3-6 anni.

Un modo per avvicinare i bambini all’arte della narrazione e, quindi alla lettura, è sicuramente quello di proporre loro giochi di creazione di storie. Questo tipo di giochi, che presuppongono il coinvolgimento attivo dei piccoli, può stimolare anche i bambini più restii a lasciarsi avvicinare dai libri proprio perché chiamati a ‘fare’, più che ad ‘ascoltare’.

A questo proposito vorrei segnalarvi due proposte editoriali, una per bambini in età pre-scolare, l’altra per bambini in età scolare.
Nell’articolo di questa settimana vi parlerò di quella rivolta ai bimbi 3-6 anni.

L’INVENTAFIABE

Edito da Gribaudo per la linea editoriale QUID+, “L’inventafiabe” (Link amazon: https://amzn.to/3djK9tF) è un cofanetto che contiene 4 puzzle (di 8 tasselli ciascuno) e 1 libro-guida per adulti. Quest’ultimo non è solo un libretto delle istruzioni, in quanto fornisce a genitori ed insegnanti una parte teorica dedicata alle principali metodologie educative messe in atto, nonché degli strumenti che l’adulto può utilizzare per favorire l’espressione del potenziale creativo del suo bambino, così da rendere l’educatore maggiormente consapevole del gioco che sta proponendo. Il libro-guida è davvero ben fatto e credo sia il valore aggiunto di questo gioco: si va dalle aree di competenza dell’apprendimento, al perché le storie favoriscono la maturazione psicologica dei nostri bambini, alla struttura delle fiabe, a come scandire gli elementi della storia (chi, dove, azione), a come “leggere” gli eventi in termini di relazione causa-effetto e a come riflettere sugli stati d’animo dei personaggi e su concetti come ‘desiderio’ e ‘necessità’.

Il gioco è ispirato principalmente agli studi di Gianni Rodari e Vladimir J. Propp, in quanto personaggi, scenari e struttura delle fiabe classiche sono il punto di partenza per creare, attraverso 6 livelli di gioco, nuove storie.
I 32 tasselli totali dei puzzle sono divisi in 8 categorie ovvero: “Protagonista”, “Luogo”; “Azione”, “Antagonista”, “Sfida”, “Aiutante”, “Oggetto Magico” e “Lieto Fine”. Ogni categoria ha 4 immagini-tassello. Per cui avremo 4 Protagonista; 4 Luoghi, 4 Azioni e così via.
Questi potranno essere rimescolati, ma tenendo conto della successione “lineare” degli eventi secondo questo schema:

  1. EQUILIBRIO INIZIALE “C’era una volta” (tasselli “Protagonista”+”Luogo” + “Azione”)
  2. ROTTURA EQUILIBRIO “A un certo punto…” (tassello “Antagonista”)
  3. AVVENTURA (tasselli “Sfida” + “Aiutante” + “Oggetto Magico”)
  4. RISTABILIMENTO EQUILIBRIO (tassello “Lieto Fine”).

E infatti i tasselli (come tutti i puzzle) sono sagomati in modo tale da combaciare solo con alcuni. Per esempio: se il bambino nella sua storia al “C’era una volta…” sceglie il tassello “Protagonista” (ad esempio la Principessa) e a questo fa seguire immediatamente il tassello “Antagonista” (per esempio il Lupo), questi due tasselli non combaceranno tra loro, in quanto prima ancora dell’arrivo dell’antagonista il bambino deve contestualizzare il personaggio (Dov’è? Cosa fa? Ovvero ‘Luogo’ e ‘Azione’).
Detto così potrebbe sembrare difficile, ma vi assicuro che non lo è affatto, anzi! Questo che vi ho mostrato è tra l’altro solo 1 dei livelli che potrete proporre ai vostri bambini. E in ogni caso, per chi non avesse grande dimestichezza con le regole della drammaturgia e della narrazione, vi ricordo che c’è sempre il libro-guida che, con estrema chiarezza e moltissimi esempi, accompagna passo dopo passo.

Riepilogando, ecco perché ho trovato questo gioco molto divertente ed efficace.

L’idea del puzzle mette subito il bambino nella dimensione giocosa del ‘fare’: osservare, toccare, incastrare.
I bambini sono accompagnati gradualmente a usare l’immaginazione non come puro ‘divertissement’, ma come gioco costruttivo gioco dei ‘se’ e quindi degli infiniti scenari (e soluzioni) possibili che prima del suo gioco di immaginazione, appunto, semplicemente non esistevano.
Offre all’adulto una lente di “lettura” del proprio bambino, in quanto inventare storie porta inevitabilmente a parlare della parte più intima (a volte anche inconscia) di sé.

Inutile aggiungere, che io e Lorenzo l’abbiamo usato tantissimo e nel momento in cui lui ha capito quello che noi teatranti chiamiamo la “Anatomia” di una storia ha poi voluto giocarci principalmente da solo, relegandomi al ruolo di semplice ascoltatrice delle storie da lui autonomamente create oppure spiegandomi come “funzionano”. “Quando inventi una storia, per prima cosa (cioè la cosa che fanno tutti gli scrittori), è decidere l’argomento, quindi il protagonista e il posto dove sta. Poi il percorso continua con il pericolo, poi c’è l’incantesimo e poi c’è la fine” (cit.).

Più chiaro di così!

Alessandra Maltempo

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