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I consigli di un'attrice ed educatrice teatrale per giocare al teatro in casa con i bambini

Il teatro: l’unico gioco che non stanca mai

Teatro e bambini è un binomio perfetto ma come possiamo giocare al teatro in casa? Ecco qualche suggerimento pratico.

In questi giorni mi confronto spesso – direttamente e indirettamente – con altri genitori quotidianamente occupati come me nel proporre e anche nell’affiancare i propri bambini in attività educative e ricreative che riguardano principalmente disegni e piccoli lavoretti.
Ho così potuto constatare che mio figlio non è l’unico bambino che dopo più di due settimane ha cominciato ad annoiarsi o addirittura a ribellarsi a fogli e pennarelli. Questo, forse, anche perché, nonostante le tecniche adottate e i soggetti rappresentati siano sempre diversi, la tipologia di attività è invece sempre identica ““disegna-colora / ritaglia-incolla”

Il teatro può invece aprire nuovi scenari, perché nel teatro c’è praticamente tutto! E’ un gioco continuo, trasversale direi, che attraversa e abbraccia tutte le forme di espressione e in cui (se ben strutturato con l’aiuto di un adulto) si possono mettere dentro le attività più disparate, ma che convergono tutte verso un unico obiettivo finale: il “facciamo finta che…” ovvero l’incipit di qualsiasi gioco.

Come giocare al teatro in casa. Step by step.

Prima di darvi qualche suggerimento, devo invitarvi a mettervi comodi e tranquilli. Vi percepisco un po’ tesi… So cosa vi passa per la mente in questo momento. Ebbene no: non vi sto dicendo di mettere in scena un Musical in stile Broadway! Potete tornare a respirare, quindi.
E non preoccupatevi se credete di appartenere alla categoria dei: “Io non ho fantasia! Queste cose non le so proprio fare!”.
Bene. Ora vi svelo un segreto: non occorre avere alcuna fantasia. E sapete perché? Perché quella ce l’hanno già i vostri figli. E ne hanno talmente tanta che ne avanzerà anche per voi. Lasciateli fare, quindi. E limitatevi a essere loro umili servitori.

E ora passiamo alle cose pratiche.

1. Che cosa portiamo in scena?

Se avete bimbi davvero molto piccoli e non potete quindi fare affidamento sulla penna di un giovane William Shakespeare in erba, provate a portare in scena una storia conosciuta (Pinocchio, Cappuccetto Rosso, Cenerentola) ma anche un cartone o un personaggio particolarmente amato dal vostro bambino (Spiderman, Trasformers, Peppa Pig). Però non siate troppo pedissequi, mi raccomando: non è mica un corso di filologia!

2. Burattini o attori in carne e ossa?

Se il vostro bambino è particolarmente estroverso e camaleontico, optate per il cosiddetto teatro d’attore, ovvero quello in cui sarà il vostro bambino (e voi! Non crederete mica di farla franca?) a interpretare i personaggi.
Se invece il vostro bambino è tendenzialmente timido, potrebbe essere più adatto il teatro di figura, quello cioè che utilizza ombre, burattini e pupazzi. In questo caso, infatti, il bambino si rappresenterà ed esprimerà attraverso qualcosa che è esterno a lui (ovvero attraverso un tramite) e quindi si sentirà meno “esposto”.
Anche il teatro kamishibai è una bellissima modalità con cui giocare a fare teatro: qui, attraverso il supporto di immagini, l’attore svolge il ruolo di narratore ed è molto stimolante per il bambino poter raccontare la storia insieme al genitore.

3. Chi fa cosa?

Dicevamo che il teatro però non è solo l’arte del recitare. A seconda dell’età e delle inclinazioni del bambino, quest’ultimo (oltre che attore) può essere infatti ora drammaturgo, ora danzatore, ora cantante, ora scenografo, ora costumista. Attraverso il teatro, possiamo infatti mettere in campo diverse abilità.
Per esempio:

  • se il vostro bambino ha una spiccata fantasia e ama inventare storie, potrà occuparsi della trama e dei dialoghi, suggerendo la consequenzialità delle scene e delle battute;
  • se ha buone capacità cinestetiche, può suggerire azioni e movimenti o fare piccole coreografie;
  • se gli piace la musica, può divertirsi nello scegliere colonne sonore o nell’interpretare canzoni;
  • se è attratto dai colori e delle immagini può occuparsi dei costumi, il che non significa cucirli o crearli ex-novo, ma semplicemente sceglierli nel guardaroba di mamma e papà e trasformarli;
  • se ama disegnare e costruire, può realizzare gli oggetti di scena con materiale di riciclo (cappelli, maschere, spade, bacchette magiche o anche burattini o sagome per il teatro d’ombre) oppure supporti relativi alla scena (nel caso ad esempio volessimo utilizzare il teatro kamishibai o quello dei burattini).

E per concludere, appuntate l’unica regola che mi sento di darvi: “Non ci sono regole”. Bene. Ora ripetetela a mo’ di mantra insieme a me: “Non ci sono regole. Non ci sono regole. Non ci sono regole”.
E ricordate: lasciatevi trasportare dalla forza creatrice dei vostri bambini e non siate prestazionali, ciò che conta non sarà il risultato, ma il tempo (meraviglioso) trascorso insieme.

Provate e, se vi va, raccontateci la vostra esperienza di “teatro in casa” inviandoci un messaggio o condividendo la vostra esperienza sui canali social con l’hashtag #stracuriosi. 

Alessandra Maltempo

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