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Alessandra Maltempo, attrice ed educatrice teatrale durante un workshop per educatori dedicato alla letteratura per l'infanzia e a come leggere libri ai bambini

Come leggere le storie ai bambini

Alcuni pratici consigli da parte dell’attrice ed educatrice teatrale Alessandra Maltempo su come leggere ai bambini e rendere piacevole l’ascolto.

Avvicinare i bambini alla lettura. Una premessa importante.

In principio era il Verbo. Il Verbo era presso Dio…”, recita un passo del Vangelo. Bene, quando un adulto mi chiede come avvicinare i bambini alla lettura, io, parafrasando, rispondo:

In principio era il Piacere. Il Piacere era presso l’adulto”.

Tutti i consigli possibili e immaginabili sull’argomento, infatti, rischiano di trasformarsi in aride prescrizioni mediche se manca il presupposto del piacere dell’adulto di leggere ai propri bambini, nonché la consapevolezza che con quel gesto (che è un gesto d’amore) stiamo compiendo un’azione enormemente potente ed efficace in fatto di relazione, di consapevolezza e di educazione. Spesso, infatti, mi sono trovata di fronte ad adulti che lamentavano uno scarso interesse alla lettura dei propri bambini quando erano essi stessi ad averne ben poco. Ecco perché è questa una ‘conditio sine qua non’ che non darei affatto per scontata!

Se, al contrario, il presupposto non manca, allora possiamo tranquillamente dire che il grosso lo stiamo già mettendo in atto! Insomma, non possiamo che migliorarci e appassionarci (e appassionare!) ancor di più!

Come? Innanzitutto, imparando a scegliere i libri giusti (imparare cioè a distinguere – nell’ambito dell’editoria per bambini e per ragazzi – la buona letteratura dalla pessima paraletteratura; secondariamente (perché no) migliorando la qualità della nostra lettura ad alta voce.

Prima dei consigli una rassicurazione…

Moltissimi genitori ed educatori mi chiedono consigli su come leggere ai bambini, soprattutto quando non hanno abbastanza fiducia nelle proprie abilità.

Prima di dare qualche suggerimento pratico su come leggere ai bambini, io però preferisco rassicurare. E rassicuro dicendo che al di là di come si legge, per ogni bambino ascoltare una storia dalla voce della propria mamma e del proprio papà (magari la sera, mentre ci si rannicchia vicini vicini nel letto) è la cosa più bella del mondo e nessun figlio fa caso a una dizione non proprio perfetta o a una capacità interpretativa non particolarmente brillante.

Certo, è un dato di fatto, però, che una lettura monocorde e monoritmo (in altre parole, tendenzialmente piatta e – chissà perché – tendenzialmente anche triste) rende tutto più faticoso e decisamente emotivamente poco coinvolgente, soprattutto dopo i 6 anni, quando le bellissime immagini degli albi illustrati non ci vengono più in soccorso e i testi si fanno decisamente più lunghi e complessi.

E molto probabilmente la cosa si fa un tantino più complicata per un insegnante, che magari deve leggere non al singolo bambino, ma a un gruppo-classe, in aula, di giorno, quando un certo tipo di ascolto e di attenzione potrebbero essere più difficili da ottenere. In quel caso, credo che le capacità espressive del lettore siano importantissime, invece.

Come leggere ai bambini. Consigli pratici per genitori ed educatori.

Ecco quindi qualche piccolo consiglio, per tutti coloro che (insegnanti o genitori) hanno voglia di migliorarsi e soprattutto di trasformarsi in grandi affabulatori in grado, cioè, di “affascinare” anche i bambini apparentemente più restii all’ascolto.

Il testo come un enorme foglio bianco

Se è vero che la letteratura in genere (per grandi e piccini) è un complesso e affascinante esercizio di immaginazione, allora possiamo dire che il lettore prima ancora di leggere, immagina! La prima cosa che quindi bisogna fare quando ci si appresta a leggere ad alta voce è pensare al testo non come a qualcosa di già scritto, ma come a qualcosa che ancora è da scrivere: come a un enorme foglio bianco!
Come nel meraviglioso romanzo “La Storia Infinita” di Michael Ende, la storia esiste, si compie, solo nel momento in cui qualcuno la legge; le parole, di per sé, non sono in grado di trasformarsi automaticamente in immagini e in “azioni”. Sarà la voce, il ritmo, l’intonazione, l’espressione del viso a creare forme, colori, atmosfere. E perché questo accada è necessario che il lettore sia in grado (ma sarebbe più corretto dire “sia disposto”) a vedere, a sentire, a percepire, ad agire come i personaggi della storia.

I tre livelli di azione per una lettura ipnotica

1. Il colore

Con questa parola voglio indicare tutte quelle sfumature che possiamo dare alla nostra voce, tecnicamente dette ‘intenzione’, ‘espressione’, ‘intonazione’, ma anche ‘volume’ e ‘tonalità’. La parola detta e non ‘agita’ da dentro è infatti un suono vuoto. Non è mai, ad esempio, il pronunciare la parola ‘bosco’ o ‘strega’ o ‘tristezza’ a creare nella mente dell’ascoltatore l’immagine del ‘bosco’ o della ‘strega’ o della ‘tristezza’ (e non è un caso che abbia scelto tre categorie di parole diverse: un luogo, una persona e un sentimento). Sarà il modo in cui le pronunceremo che restituirà l’immagine o l’emozione o l’atmosfera (o tutte e tre le cose insieme) legate a quella parola. Ma perché attraverso la sola voce possa fluire quello che è uno stato emotivo o un’immagine, bisogna essere pronti a lasciarsi andare: far suonare fuori ciò che vibra dentro e nello stesso tempo mettersi al servizio del testo, senza giudizi (o pregiudizi), né tantomeno censure.

2. La musica

Il ritmo non è altro che musica. Per me un testo è una grande partitura musicale. E’ perciò fondamenale dare ritmo alla lettura ovvero alternare tempi lenti e distesi (associati, ad esempio, a immagini o sensazioni di bellezza, tranquillità, serenità, tristezza, sogno, poesia) a tempi più veloci e concitati (associati magari a rabbia, paura, eccitazione, lotta, pericolo, fuga).
In altre parole, dobbiamo immaginare il testo in movimento, dare alle voce il ritmo del nostro cuore e del nostro respiro, nonché quello delle azioni fisiche e dei sentimenti dei personaggi. E poi ci sono le pause… Ah! La magia delle pause! Tutto è nella pausa: lo stupore, l’urgenza, la necessità, il sollievo, la morte, l’amore! Le mie preferite sono quelle che faccio arrivare all’improvviso, come quando durante una corsa sfrenata di colpo ci si arresta perché davanti a sé c’è un burrone da evitare oppure un arcobaleno da guardare o semplicemente perché si ha bisogno di riprendere fiato.

3. Il gesto

Quando parlo di gesto, parlo di corpo e quando parlo di corpo non parlo solo di gambe o di mani che nella lettura possiamo usare poco o niente. Parlo del nostro viso: parlo di sopracciglia che si aggrottano, di occhi che si ingrandiscono, di sorrisi che si allargano; parlo di smorfie, di risate, di carezze. Parlo di tutto ciò che è dentro e fuori dal testo. Parlo di quel linguaggio universale che anche un neonato può comprendere, perché come leggevo una volta non so dove: “il primo libro che un bambino impara a leggere è il volto della madre” (e io aggiungo: e anche quello del papà!).
E’ molto importante quindi usare il nostro volto e non necessariamente con espressioni esagerate: i bambini sono perfettamente in grado di cogliere lievi accenni e increspature. E in alcuni momenti alziamo pure lo sguardo dal libro, incrociamo i loro occhi, scambiamoci una sguardo di intesa, diventiamo noi stessi ascoltatori e spettatori insieme a loro e – perché no – lasciamo spazio ai loro commenti e alle loro domande.

Ci sarebbero mille altre cose da dire e soprattutto ci sarebbero mille esempi concreti da fare (e avrei moltissimo da aggiungere anche su cosa non fare…). Ma per questo mi servirebbe appunto usare tutto quello di cui sopra, e qui, in un breve testo scritto, non ho ovviamente né spazio né voce né volto per farvi ascoltare e sperimentare.

Se siete però interessate e interessati ad approfondire il tema di “come leggere storie ai bambini”, scriveteci all’indirizzo redazione@accademiadeglistracuriosi.it oppure rispondete al sondaggio che trovate al link https://bit.ly/WorkshopLetteraturaInfanzia. Stiamo preparando per voi dei corsi dedicati alla lettura per e con i bambini e ci farebbe molto piacere conoscere la vostra opinione.

Alessandra Maltempo

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