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E di Esplorazione. Il piacere di imparare attraverso la scoperta

Che cos’è un tavolo, per un bambino di un anno, indipendentemente dagli usi che ne fanno gli adulti?
E’ un tetto. Ci si può arrampicare là sotto e sentirsi padroni di casa: di una casa su misura, non così grande e terribile come la casa dei grandi.

Una sedia è interessante perché si può spingerla qua e là, per misurare la propria forza, la si può rovesciare e trascinare, attraversarla in più sensi. Si può picchiarla, se malignamente ti dà una botta in testa: “Brutta sedia!”.

Il tavolo e la sedie, che per noi sono oggetti consumati e quasi invisibili, di cui ci serviamo automaticamente, sono a lungo per il bambino materiali di un’esplorazione ambigua e pluridimensionale, in cui si danno la mano conoscenza e affabulazione, esperienza e simbolizzazione.

(Da “La grammatica della fantasia” di Gianni Rodari)

I bambini imparano esplorando

Le parole di Rodari – sempre così semplici, chiare, illuminanti! – ci introducono a un aspetto fondamentale nel percorso di crescita e di apprendimento dei più piccoli (e non solo!) che è quello dell’esplorazione, intesa come atteggiamento mentale naturale del bambino verso la conoscenza del mondo, oggettiva e soggettiva. “Mentre impara a conoscerne la superficie” – scrive più avanti Rodari – “il bambino non cessa di giocare con essi (gli oggetti n.d.r. ), di formulare ipotesi sul loro conto”.

Esplorazione, quindi, come azione per cercare di scoprire (e di conoscere) quanto è sconosciuto e nascosto, servendosi dei mezzi che i bambini hanno a loro  disposizione: sicuramente i cinque sensi, ma anche il pensiero logico-razionale a cui si aggiunge (nei primi anni dell’infanzia) il pensiero magico.

Ma imparare esplorando non deve rimanere un fatto spontaneo che i bambini fanno solo nel gioco: è necessario applicare l’esplorazione nell’insegnamento delle diverse discipline e considerarla uno strumento indispensabile all’apprendimento attraverso una didattica pensata, strutturata e progettata sulla base di un metodo deduttivo, di indagine, che – se applicato – offre indubbiamente molti vantaggi.

I vantaggi di un apprendimento per scoperta

A differenza dell’apprendimento per ricezione (quello in cui, cioè, il bambino recepisce in maniera passiva l’informazione già strutturata da insegnati e genitori), l’apprendimento per scoperta mette infatti il bambino nella condizione di venire a contatto con una nuova informazione in maniera attiva e che gestisce autonomamente.

Ciò che in quest’ultimo approccio gratifica il bambino (e quindi lo stimola maggiormente all’apprendimento) è la ricompensa che risiede nel piacere della scoperta stessa. Per rendere possibile la scoperta bisogna però proporre temi e argomenti come se il bambino avesse il compito di scoprire qualcosa piuttosto che di recepire qualcosa. In questo modo, si possono stimolare i bambini a pensare in termini personali, a formulare ipotesi e congetture, a prospettare soluzioni alternative ad uno stesso problema.

Il metodo da adottare (esattamente come quando ci si accinge ad un’esplorazione o a un’indagine) è quello dell’interrogativo, in cui, cioè, le domande saranno più importanti delle risposte. Nella domanda (che Gardner chiama “rompicapo”) sta infatti la motivazione ad esplorare, che spinge a ricercare non semplicemente informazioni, ma diverse risposte a un problema o a una questione.

Ma cosa esplorare?

Un secondo aspetto importante di questa parola è legato al ‘cosa’. Cosa esplorare, dunque?

La parola ‘esplorare’ è immediatamente associata alla perlustrazione di un luogo, di uno spazio fisico o (come nell’esempio di Rodari) di un oggetto.
A teatro, ad esempio, usiamo il termine ‘esplorazione’ anche e soprattutto per riferirci alla ricerca di nuovi significati e simboli di valori, pensieri, sentimenti, persone.
Non solo quindi ‘cosa’ è, ma ‘perché’ è; quali simboli e significati plurimi (conosciuti e sconosciuti; vecchi e nuovi; passati, presenti e futuri) una parola porta con sé; e che tipo di relazioni una parola, un valore, un pensiero, un sentimento, una persona ha con altre parole, altri valori, altri pensieri, altri sentimenti, altre persone.
Ci si pone una domanda, un interrogativo, un rompicapo, e da quello si fa partire un’indagine che può portare (anzi, che sicuramente porterà) a risposte diverse.

Insomma, la parola esplorazione, contiene in sé molte altre parole e concetti quali ricerca, azione, domande, curiosità, creatività. Tutte parole che insieme contribuiscono alla progettazione di una metodologia didattica che – come dice Rodari – mira a formare non il lavoratore o il consumatore, ma uomini interi.


Questo articolo fa parte della rubrica: “Il metodo Stracuriosi dalla A alla Z”. Settimana dopo settimana, lettera dopo lettera, condivideremo con voi quali sono i principi, i valori, le parole chiave alla base del nostro metodo. Scopri tutte le altre lettere.

Photo by Allan Mas from Pexels

Alessandra Maltempo

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