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Imitazione e apprendimento

I di Imitazione. La sua funzione nell’apprendimento e in cosa differisce dalla ripetizione

“Tutti sanno quale parte di primo piano spetti nei giochi infantili all’imitazione, tanto che spesso i giochi non sono altro che un’eco di quanto il bambino ha visto e udito dagli adulti; nonostante ciò, tali elementi d’una sua precedente esperienza, nel gioco non vengono mai riprodotti, nel gioco, in forma assolutamente uguale a quella in cui si erano presentati nella realtà.

Non è, il gioco, un semplice ricordo di impressioni vissute, ma una rielaborazione creatrice di queste, un processo attraverso il quale il bambino le combina tra loro e costruisce una nuova realtà, rispondente alle sue esigenze e alle sue curiosità”.

(Lev Vygotskij, “Immaginazione e creatività nell’età infantile”, p. 22, Editori Riuniti University Press)

Imitazione nei bambini. Un esempio. 

Pensiamo al bambino che ancora non sa parlare e che col dito ci indica gli oggetti e vuole che pronunciamo il nome di quella determinata cosa: vuole, cioè, associare a quell’oggetto un suono, una parola; ma vuole anche che gli mostriamo la funzione di quell’oggetto; oggetto che poi manipola a sua volta oppure (quando sarà un po’ più grande) immaginando nuove funzioni, usando, ad esempio, una forchetta come se fosse un pettine.

Mentre, quindi, portando con la forchetta il cibo alla bocca mostrerà di aver acquisito la competenza di mangiare da solo, utilizzando la forchetta come un pettine (cioè esprimendo nel gioco simbolico la sua immaginazione creativa) avrà dimostrato di aver acquisito la competenza di saper riconoscere e astrarre le forme e di creare associazioni tra esse.

Insomma, ciò che il bambino apprende, lo apprende non perché c’è un adulto che spiega le cose, che gliele dice, ma semplicemente gliele mostra.

Tornando all’esempio della forchetta: nessun adulto si sognerebbe mai di dire a un neonato: “Guarda! Questa è una forchetta ed è un utensile da cucina che serve per infilzare il cibo e portarlo alla bocca”; e nemmeno farebbe notare la somiglianza di forma fra una forchetta e un pettine mettendoli a confronto. Il bambino capirà da sé la funzione della forchetta prima semplicemente osservandoci mentre mangiamo, poi imitandoci, e poi ancora, nell’attività del gioco, porterà la forchetta ai capelli perché avrà osservato una somiglianza nella forma fra i due oggetti.

Con questo esempio deduciamo due concetti importanti dell’apprendimento: non solo che questo passa innanzitutto dall’osservazione e che quindi l’adulto più che ‘dire’ deve ‘mostrare’, ma anche che l’imitazione, nella sua espressione di immaginazione creativa differisce notevolmente dalla mera ripetizione (sul tema dell’immaginazione creativa leggi anche C come Creatività. Cos’è e come svilupparla).

Differenza tra ripetizione e imitazione in diversi campi

Provo a chiarire ulteriormente questa distinzione, facendo un parallelismo con altri campi.

  • In musica, con la parola imitazione si intende la ripetizione di una frase melodica eseguita da uno strumento diverso da quello che l’aveva esposta la prima volta. Ma questa ripetizione può non essere “letterale”, cioè può subire delle variazioni, delle rielaborazioni, appunto.
  • In ambito scolastico, un esempio molto chiaro di questa differenza sta nel dettato (che è ripetizione) e nel riassunto (che è un’imitazione). Il racconto è lo stesso, ma mentre nel primo caso (il dettato) l’alunno ripete (in questo caso ri-scrive) parola per parola quanto l’insegnante dice, nel riassunto rielabora la storia con parole sue.
  • Nella didattica teatrale, pensiamo al verbo ‘re-citare’ che letteralmente significa ‘citare due volte’ e, quindi, ripetere. Anche chi non ha esperienza in campo teatrale e attoriale intuisce che una battuta scritta su un copione non potrà mai essere re-citata in un unico modo. Anzi, ciò che ci si aspetta da un attore o da un regista è la sua interpretazione (ovvero la sua personale rielaborazione) del personaggio e della storia: il personaggio e la storia di Amleto sono quelle da centinaia di anni, eppure, ogni volta che si mette in scena l’opera, assisteremo a uno spettacolo sempre diverso.
    L’attore, pur re-citando, non ripete un copione, ma imita ovvero crea con la sua immaginazione un personaggio che con le sue parole, i suoi gesti, le sue azioni è quanto di più vicino alla realtà. In altre parole, l’arte (considerata l’attività creatrice per eccellenza) altro non è che una forma di imitazione della realtà.

Concludendo…

Anche l’apprendimento è una forma di imitazione della realtà lì dove si offrono al bambino gli strumenti e lo spazio immaginativo per rielaborare quanto osservato.

Osservazione e imitazione sono quindi due componenti spontanee nell’apprendimento che dovrebbero essere mantenute (ovviamente integrandole poi con altre) anche più avanti. Diversamente, la ripetizione (come forma passiva di apprendimento) spegne qualsiasi forma di interesse e di motivazione rispetto agli argomenti e alle competenze che dobbiamo far acquisire ai bambini.


Questo articolo fa parte della rubrica: “Il metodo Stracuriosi dalla A alla Z”. Settimana dopo settimana, lettera dopo lettera, condivideremo con voi quali sono i principi, i valori, le parole chiave alla base del nostro metodo. Scopri tutte le altre lettere.

Photo by Alena Darmel from Pexels

Alessandra Maltempo

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