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Howard Gardner

H di Howard Gardner. Come e perché ha ispirato il nostro Metodo

Chi ci conosce e frequenta con i suoi bambini la nostra piattaforma di video e giochi educativi www.accademiadeglistracuriosi.it sa che Howard Gardner è stato (ed è ancora) uno dei principali ispiratori del nostro metodo.
Innanzitutto, per quella che ancora oggi è considerata una pietra miliare negli studi sull’apprendimento e che ha segnato una svolta epocale nelle teorie sull’intelligenza: la Teoria delle Intelligenze Multiple.

La teoria delle intelligenze multiple

Nel libro “Forma Mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza” , pubblicato nel 1983 e in cui la Teoria delle Intelligenze Multiple è spiegata e divulgata, in sintesi Gardner dice che non esiste una sola intelligenza (quella che si misura con il test del Quoziente Intellettivo), ma che al contrario il ‘fenomeno intelligenza’ può essere scomposto in una serie di abilità distinte, di distinte intelligenze, appunto: linguistica, musicale, logico-matematica, spaziale, corporeo-cinestetica, naturalistica, personale e interpersonale. Intelligenza per intelligenza, Gardner esamina quali siano le componenti e lo sviluppo di ogni particolare forma di intelligenza, gli aspetti neurologici e quelli interculturali.

La nostra piattaforma è una delle applicazioni possibili di tale teoria nel momento in cui per ogni ‘Sapere’ abbiamo immaginato 8 giochi, ognuno creato e sviluppato sulla base di una singola intelligenza.

Lo stesso Gardner, però, afferma che l’applicazione corretta di tale Teoria non è ‘il’ metodo, ma una “atmosfera intellettuale” (la definisce proprio così!) utile per una varietà di approcci.
In altre parole, una cosa di cui tener conto nello svolgimento della propria attività didattica, ma non l’unica.

Sapere per comprendere

Un altro testo di Howard Gardner che ci ha profondamente ispirato e guidato nella progettazione dei nostri interventi educativi è “Sapere per comprendere. Discipline di studio e discipline della mente” del 1999 e che spesso citiamo nei nostri articoli.

Provare a fare una sintesi di un testo così intenso e importante è difficile, ma proverò a estrapolare dei concetti a mio avviso fondamentali per chiunque eserciti la professione di educatore e insegnante.

1. Le discipline come modo di pensare

Innanzitutto, quello di pensare alle proprie discipline o materie non come un insieme di fatti e concetti, ma come un modo di pensare, come “schemi interpretativi della costruzione dei fenomeni del mondo”.

Se, come già diceva Piaget

“L’obiettivo principale della Scuola è quello di creare uomini che sono capaci di fare cose nuove e non semplicemente ripetere quello che altre generazioni hanno fatto”

e che, quindi, finalità dell’educazione non è la riproduzione del ruolo degli adulti, né la trasmissione dei valori culturali e sociali (che cambiano di epoca in epoca), ma è, invece, imparare a pensare (ovvero “prendere decisioni informate dopo aver analizzato la questione”), ecco che non è importante la quantità di conoscenze che si apprendono, ma la comprensione del “cuore intellettuale” o dell’“anima esperienziale” di una disciplina.

2. Agganciare sempre gli argomenti della realtà che viviamo

Da questo deriva l’altro importante tema sul quale Gardner ci invita a riflettere ovvero quello dello scollamento tra scuola e mondo, tra sapere e realtà.

Gardner dice “Nessuno insegna nel vuoto” e quindi non è possibile insegnare, cioè proporre un argomento – di qualsiasi disciplina! – se non lo si cala nella realtà che viviamo, nella contemporaneità; da qui la necessità di trovare sempre ganci forti con quello che ci accade intorno e che è importante capire, comprendere, appunto.

Faccio un esempio: quest’anno, con un gruppo dei nostri allievi di teatro, abbiamo utilizzato il testo della tragedia “Edipo Re” di Sofocle come punto di partenza per affrontare temi vicini all’adolescenza: la predestinazione, l’incertezza del futuro, la ricerca della vera identità e (anche) la pandemia (l’azione dell’opera teatrale si svolge infatti in una Tebe flagellata dalla peste).
In uno di questi incontri, un allievo di 17 anni (piacevolmente meravigliato da quanto un’opera così lontana nel tempo potesse parlare dell’oggi e di sé) in uno dei nostri incontri mi dice di non riuscire a capire il motivo per cui a scuola le lezioni siano sempre così scollegate dalla realtà.

“Perché non parliamo mai della realtà che viviamo? Perché a scuola non si parla di noi, del nostro tempo?”

sbotta a un certo punto arrabbiato.

Gardner a questo ragazzo di 17 anni dà ragione! E infatti, ciò che agli insegnanti suggerisce di fare quando si parla, ad esempio, della seconda guerra mondiale e dell’Olocausto o della Teoria dell’evoluzione della specie di Darwin o de “Le Nozze di Figaro” di Mozart, è quello di usare quell’argomento per comprendere meglio il tempo presente, per aiutare gli studenti a orientare le proprie azioni, i propri comportamenti e il proprio pensiero in quello che sarà il loro futuro.

Come dicevamo nel punto precedente, bisogna applicare lo schema interpretativo, l’approccio delle relative discipline degli argomenti di cui sopra (rispettivamente, Storia, Scienza e Arte) per permettere ai futuri uomini e alle future donne di domani di essere in grado di comprendere la realtà e di immaginare nuove soluzioni.

Ecco perché (come già suggerivano gli antichi filosofi) le domande che insegnanti e studenti riescono a porsi – quelli che Gardner chiama anche i “rompicapo” – sono più importanti delle risposte. (sul tema leggi anche l’articolo E di Esplorazione. Il piacere di imparare attraverso la scoperta)

3. Le scoperte su cervello-mente che ogni educatore deve tener ben presente

Ultimo concetto importante di Gardner è a mio avviso quello relativo alle 7 scoperte sul cervello-mente che chi si occupa di educazione dovrebbe tenere sempre bene a mente (“Sapere per Comprendere”, pp. 83-84).

Qui ne segnalo tre in particolare:

  • Innanzitutto, l’importanza dell’azione e dell’attività: “Il cervello impara meglio e fissa molte più cose quando l’organismo è attivamente impegnato nell’esplorazione di luoghi fisici e di materiali e nella formulazione di problemi che desidera realmente risolvere. Le esplorazioni meramente passive tendono ad attenuarsi e a esercitare un influsso meno durevole.” (sul tema leggi anche A come Azione: una parola-chiave in ambito didattico)
  • Inoltre, il ruolo cruciale della codificazione emozionale: “Oggi il ruolo formativo delle emozioni nell’apprendimento viene riconosciuto sempre più apertamente. Le esperienze che hanno conseguenze emozionali con ogni probabilità verranno memorizzate e successivamente utilizzate”.
  • Infine, il carattere settoriale delle abilità e dei talenti umani: “[…] alcuni individui possono contare su potenzialità e talenti che altri neppure conoscono; le capacità, però, sono sorprendentemente indipendenti l’uno dall’altra: si può benissimo eccellere in una es essere carenti in altre”.

Ovviamente, sono tanti altri i temi e gli spunti di riflessione che Gardner affronta e approfondisce con uno sguardo sempre aperto e disponibile al confronto e alle critiche.

Uno scienziato scettico, per certi versi, da cui c’è sempre da imparare [sul tema della necessità dello scetticismo in educazione leggi anche D di Dubbio. Perché abbiamo bisogno di insegnanti scettici.]


Questo articolo fa parte della rubrica: “Il metodo Stracuriosi dalla A alla Z”. Settimana dopo settimana, lettera dopo lettera, condivideremo con voi quali sono i principi, i valori, le parole chiave alla base del nostro metodo. Scopri tutte le altre lettere.

https://howardgardner.com/biography/, CC0, via Wikimedia Commons

Alessandra Maltempo

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