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Programmare una routine quotidiana per i bambini: ecco l'esempio di Lorenzo

Cominciare la scuola col piede giusto

Perché è importante coinvolgere i bambini nella programmazione della loro routine quotidiana? Come farlo in maniera ludica? Riflessioni e consigli pratici della nostra educatrice teatrale (e mamma) Alessandra per affrontare e organizzare questi primi giorni di scuola.

Amo Settembre, da sempre. Perché è il mese del cominciare e del ri-cominciare, quello in cui diamo l’avvio ai nuovi inizi, piccoli o grandi che siano. 

Questo Settembre lo amo ancor di più perché mio figlio andrà in prima elementare. Il suo primo Settembre… L’entusiasmo e l’eccitazione sono stati di gran lunga superiori alle ansie e alle incertezze che la riapertura della Scuola porta con sé in questo momento.
Ci siamo goduti a pieno tutti I preparativi: lo zaino, l’astuccio, i quaderni, i libri, il grembiule.
E poi, la cosa più importante di tutte: abbiamo programmato una nuova routine.

Una routine che è nuova per i bambini, ma conseguentemente anche per noi genitori e che si stacca nettamente dalla precedente dato lockdown prima e l’estate poi.
Ho pensato, quindi, che la nuova pianificazione del tempo andasse immaginata, pensata e condivisa insieme a lui e non calata dall’alto dalla sera alla mattina, così da accompagnarlo verso una maggiore consapevolezza, autonomia e responsabilità nel modo giusto.

Ma procediamo con ordine.

Perché per i bambini è importante la routine quotidiana?

Gli obiettivi dell’attività proposta (soprattutto per i più piccoli) sono:

Familiarizzare con il concetto di tempo.

Per i bambini il tempo è più relativo che mai. Anzi, per i bambini possiamo dire che il tempo semplicemente non esiste! Basti pensare a come sia graduale la comprensione di concetti come ore, giorni, mesi, anni. Non solo: per i bambini esiste solo il tempo presente, il ‘qui’ e ‘ora’. Se sta facendo un’attività a lui gradita, non esistono limitazioni temporali. Nemmeno è concepibile che qualcuno possa interromperla perché, ad esempio, è ‘tempo’ di dormire o è ‘tempo’ di mangiare’. Al contrario, se gli si chiede di lavarsi i denti e lui non ne ha voglia, a nulla servirà dirgli che bastano solo ‘2 minuti’, perché quel tempo, per quanto limitato, per lui non ha alcun significato. Ciò che conta è solo il piacere o il dispiacere che quella determinata azione procura in lui.
Compito di un educatore è però accompagnare i bambini nel delicato e graduale passaggio dal principio del piacere al principio di realtà.
Nel caso specifico, il bambino dovrà comprendere che il tempo di una giornata è finito e che in quanto tale ha un inizio e una fine (realtà) e che quindi va usato bene se vogliamo fare ciò che ci piace di più (piacere).

Accrescere il senso di responsabilità e autonomia

Diciamoci la verità: ci sono situazioni in cui la minaccia di una punizione sembra essere l’unica soluzione praticabile. Anch’io, stanca, spesso cedo al ricatto; ma francamente vorrei evitare minacce del tipo “se non fai i compiti, non giochi!”. Se l’obiettivo è rendere il bambino gradualmente sempre più autonomo e responsabile , non è di certo con questa modalità che raggiungeremo l’obiettivo. Bisogna quindi trovare il modo di far passare l’attività dei compiti esattamente come quella del gioco libero o della tv e che, in quanto tale, ha diritto ad avere anch’esso il suo giusto spazio. Non solo, deve passare il concetto (non con i sermoni, ma con azioni guidate) che il problema non è il tempo (o i compiti), ma il modo in cui ne fa uso.

Lo so: è difficile. Anzi, no: è difficilissimo! Ma bisogna provare e non scoraggiarsi al primo rifiuto.

Premesso ciò, ecco che cosa abbiamo fatto io e mio figlio.

Pianificazione e gestione del tempo a misura di bambino

STEP 1 – Immaginare una giornata ideale

Ho chiesto a Lorenzo di immaginare come saranno le sue giornate d’ora in avanti. Gli ho chiesto di elencare tutto, dal momento del risveglio fino al momento della nanna.
Riporto il suo elenco così come mi è stato dettato: vestirsi, giocare, tv, andare a scuola, lettura serale. Insieme abbiamo poi integrato con: compiti, pranzo, cena, colazione, pigiama, lavarsi.

STEP 2 – Creare delle immagini

Un elenco scritto a un bambino che ancora non sa leggere e scrivere dice ben poco. Ma dice poco anche ai bambini più grandi perché la scrittura fissa, rende uno schema rigido e quindi non dà possibilità di muovere, spostare, ripensare.
Ho così realizzato delle figurine: un’immagine per ogni attività elencata.

STEP 3 – Ordinare in una sequenza temporale

Ho chiesto a mio figlio di dare un ordine cronologico alle figurine con domande come “Qual è la prima cosa che fai quando ti svegli?… e quella dopo?… e quella dopo ancora?”.
Lorenzo, non senza invertire e dimenticare qualche carta, ha creato la sua sequenza lungo una linea temporale orizzontale. Ora, mentre la routine fino a ora di pranzo non dà margini di “manovra” (alzarsi, prepararsi, andare a scuola, pranzare), dalle 14.00 e fino a ora di cena gli scenari sono diversi e decidere cosa fare prima e cosa fare dopo può essere (giusto) motivo di confronto e ragionamento. Ovvero: “Finito di pranzare, subito i compiti o un po’ di relax? Qual è un tempo medio realistico per lo svolgimento dei compiti? La tv è concessa? Se sì, sempre o a volte? E per quanto tempo?”.
Lorenzo, ad esempio, dopo il pranzo, aveva disposto le immagini in questa sequenza: gioco – tv – compiti – cena.
La mia proposta è stata: compiti – gioco – tv – cena. Ma nel motivare tale cambiamento (“la sera saresti stato troppo stanco per fare i compiti”) ho elaborato una terza soluzione che potesse andare maggiormente incontro alle sue aspettative desiderate e che potesse, nello stesso tempo, contenere i suoi timori (“Devo fare molti compiti? Avrò tempo per giocare?”). La sequenza finale è quindi stata: tv- compiti – gioco – cena, in cui però la tv è diventata una sorta di ‘coda’ del pranzo (30 minuti) in cui concedergli un meritato stacco fra l’attività scolastica e i compiti. 

STEP 4 – Quantificare e programmare il tempo

La quantificazione del tempo è orientamento. Sapere che il tempo stimato per guardare la tv è dalle 14.30 alle 15.00 è un elemento quantificabile, oltre che un patto che va rispettato proprio perché deciso insieme.. Sapere che il tempo stimato (e concordato) per fare i compiti è di massimo 1 ora, significa fra esperienza che il tempo restante (quindi dalle ore 16.00 e fino a ora di cena) è a nostra totale e libera disposizione.

In particolare, con i bambini più grandi (già dagli 8 anni) è importante partire dalla loro pregressa routine e dalle difficoltà che il bambino e/o i genitori hanno avuto nell’anno scolastico precedente. Questo può essere un buon esercizio anche per i genitori che spesso riempiono troppo le giornate dei loro figli, seppur in buona fede.  Dal programma-tipo della settimana potremmo infatti scoprire che oggettivamente i nostri bambini non sono in grado di gestire quel carico di impegni. Il fatto che vadano volentieri a basket o a danza non vuol dire che quell’attività non richieda impegno. E’ pur sempre un’attività ‘strutturata’, nella quale solo parzialmente esercitano il loro sacrosanto diritto allo svago, al gioco libero e alla noia.
Al netto di ciò, molti sono i genitori che lamentano il fatto che i propri bambini non fanno i compiti in autonomia, che hanno bisogno della presenza costante dell’adulto in veste di secondino. Al di là delle possibili cause di questa situazione (didattica, cattive abitudini, cellulare e video-giochi) e che incidono negativamente su motivazione e concentrazione, resta il dato e quindi la necessità di trovare soluzioni pensando però al bambino (e chiamandolo in causa espressamente) come parte della soluzione e non come parte del problema.

Conclusioni sulle routine per i bambini…

Capovolgendo il paradigma, capiamo allora come questa attività possa essere strumento di dialogo, analisi e soluzione. Diventa, cioè, per entrambi (adulto e bambino) una bussola da usare nei momenti di difficoltà per capire cosa funziona e cosa no e, soprattutto, perché.

Il programma della nostra giornata-tipo ideale, sarà appunto ‘ideale’. Mettiamo quindi in conto che la maggior parte delle volte probabilmente non sarà rispettata, non alla alla lettera, almeno. Però starà lì a ricordarci le coordinate e ci permetterà di capire cosa toglie tempo al tempo e soprattutto come e dove valga la pena impegnare le energie del nostro bambino.

Alessandra Maltempo

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