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Essere un insegnante stracurioso e creativo

Quali sono i vantaggi dell’essere un insegnante curioso e creativo?

Insegnanti curiosi e creativi? Sì, grazie!

Per me insegnare è un’arte e, pertanto, un bravo insegnante è inevitabilmente un artista! E dell’artista deve possedere due delle sue principali caratteristiche: essere curioso ed essere creativo.
Quando si parla di Scuola e di Educazione, queste due parole sono centrali, ma solo ed esclusivamente in riferimento al bambino e quasi mai in riferimento all’insegnante.

Ecco perché in questo articolo vorrei accendere un riflettore sull’importanza fondamentale di queste due competenze dell’adulto nello svolgimento dell’attività didattica.

Cosa significa, quindi, che un insegnante deve essere curioso e creativo? E perché è necessario esserlo?

La curiosità

Per chi di voi ha avuto modo di accompagnare i bambini nella nostra virtuale Accademia (www.accademiadeglistracuriosi.it) e di frequentare le sue speciali lezioni, avrà sicuramente notato una cosa e cioè che non solo gli studenti sono dei piccoli Stracuriosi, ma anche gli adulti professori!
E cioè, prima ancora che esperti della loro materia, gli insegnanti sono appassionati di ciò di cui parlano, al limite dell’ossessione!

Sappiamo infatti che ciò che fa di un insegnante un bravo insegnante non è quanto sa, ma quanto riesce a trasmettere di ciò che sa.

E io aggiungo che, ancor prima, ciò che fa un bravo insegnante è sua la curiosità (fanciullescamente entusiasta) per tutto ciò che insegna.
La curiosità (che altro non è che una forma di amore mai sazio) per la propria disciplina dovrebbe andare al di là del valore “utilitaristico” di quest’ultima (“Vedrai che un giorno ti servirà!”), ma nel piacere quasi fine a se stesso che si prova nel momento stesso in cui si impara.

E’ questo piacere che poi si trasforma in qualcosa di utile, non l’utilità che si trasforma in piacere (motivo per cui io non vado in palestra nonostante mi sarebbe molto utile, ma ho però trovato utile fare lunghe passeggiate perché ho scoperto che mi procurano piacere).

Ma attenzione: la curiosità dell’insegnante non può limitarsi alla sua materia.
Un insegnante, che ha il delicato compito di formare l’uomo, di educare mente e cuore, di nutrire il pensiero e di fornire i molteplici schemi interpretativi di una realtà complessa, dovrebbe essere curioso di qualsiasi cosa. E ho detto curioso, non onnisciente! Una curiosità che lo spinge a coltivare passioni e fare più esperienze possibili.

La creatività

E con la parola ’esperienze’ voglio passare al secondo aspetto, quello creatività. Un insegnante deve essere creativo, senza se e senza ma. Se ci sono professioni e mestieri in cui la creatività non è poi così fondamentale, per quanto riguarda l’attività dell’insegnamento è doveroso svilupparla.

Insegnare è un atto creativo, in quanto, partendo da esperienze e conoscenze nuove e pregresse, nonché dagli input che arrivano dagli alunni stessi, è necessario rielaborare, trasformare il materiale acquisito in un ‘nuovo prodotto’ capace di svolgere la sua funzione: facilitare l’apprendimento e renderlo piacevole e desiderabile.

Come dice Gardner nella sua invidiabile semplicità e capacità di sintesi

Una componente dell’arte di insegnare consiste nella capacità di resistere alle formule.

Che significa? Che ciò che ha funziona oggi con Marco, potrebbe non funzionare domani con Anna e – aggiungo io – non solo: ciò che io insegnante sono oggi, potrei non esserlo più domani, perché una nuova esperienza, un nuovo sapere, un nuovo incontro potrebbero aver cambiato le mie idee, le mie convinzioni e quindi il mio metodo e approccio al lavoro.

Il fatto che alcuni insegnanti pensino di fare didattica seguendo pedissequamente il testo-guida come se fosse una Bibbia, somministrando ai propri alunni solo quelle letture, quegli esercizi e quelle attività per tutti i secoli dei secoli (amen!), è sintomo di scarsa creatività. Tradotto in altre parole, è sintomo del fatto che è assolutamente necessario sviluppare negli insegnanti la competenza della creatività così da essere in grado di progettare autonomamente la didattica per la propria classe infinite volte!

Facciamo qualche esempio…

L’artista, lo scienziato, l’architetto, l’informatico (tanto per citare qualche professione) nutrono costantemente il loro lavoro di ciò che vedono, di ciò ascoltano, di ciò che provano, di ciò che leggono e imparano. Tutto è ‘materia-prima’ idonea ad essere plasmata dall’immaginazione e ad essere trasformata da mente e mani in un dipinto, in un testo, in un palazzo, in un farmaco, in nuovo dispositivo digitale.

Nel mio lavoro di insegnante di teatro, ad esempio, porto continuamente dentro le mie lezioni il mio immaginario, i miei interessi, le mie esperienze: possono venire dall’ultimo libro letto o dall’ultimo film o spettacolo visto, da un altro lavoro svolto in un nuovo contesto, da una chiacchierata con un collega, dalla mia esperienza di genitore, da un viaggio, da quella passeggiata fatta in solitudine in montagna, da una bellissima canzone appena ascoltata alla radio.

Vantaggi…

Anche a scuola, la conoscenza di un insegnante, i suoi interessi e le sue esperienze (al di là, ripeto, del suo ambito disciplinare) devono entrare di diritto nella sua progettazione didattica, perché in questo modo i vantaggi saranno:

  • uno stile comunicativo più vivo, energico e appassionato;
  • l’aver inevitabilmente gettato un ponte fra argomento trattato e realtà che viviamo al di fuori delle mura scolastiche e di un libro di testo;
  • l’aver sperimentato approcci sempre nuovi e diversificati.

Conseguentemente, rispetto ai nostri alunni:

  • avremo un livello di attenzione e coinvolgimento maggiore;
  • avremo aperte finestre di dialogo in un clima di ascolto reciproco;
  • avremo facilitato l’apprendimento rendendo gli argomenti più vivi e interessanti.

Il mio consiglio spassionato è quindi quello portare quanto più possibile nella propria aula ciò che ci appassiona, che ci stupisce, che ci meraviglia, che ci arricchisce, che ci fa ridere o che ci commuove. Solo così possiamo cominciare ad intendere curiosità e creatività non come aspetti caratteriali, come inclinazioni, ma come competenze che tutti possiamo sviluppare, così da portare sempre nuova linfa vitale al lavoro più bello del mondo!

E voi cosa ne pensate? Che tipo di insegnanti siete? Vi sentite curiosi e creativi?

Photo by Max Fischer from Pexels

Alessandra Maltempo

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